Novant’anni fa il record di trasvolata atlantica di Carlo Del Prete

Fra il 3 e il 5 luglio percorse 8100 chilometri di volo ininterrotto con il capitano Arturo Ferrarin
Carlo del Prete, 96 anni fa, superò Lindbergh.
A ricordarne le gesta è l’associazione culturale “Carlo del Prete, trasvolatore atlantico”. Era il 5 luglio del 1928 e il maggiore Carlo del Prete con il capitano Arturo Ferrarin atterrò in Brasile, a Touros, dopo la traversata dell’atlantico meridionale: un volo ininterrotto di 48 ore e 14 minuti, percorrendo 8100 chilometri. Ufficialmente per il record mondiale verrà riconosciuta solo la distanza ortodromica di 7188 chilometri, anche così erano molti di più dei 5810 percorsi da Lindbergh l’anno precedente.
Carlo del Prete era un uomo profondamente religioso, convinto del ruolo di unificazione dei popoli che la competizione sportiva, l’apertura di nuove rotte aeree poteva avere. Le sue capacità tecniche erano indiscusse, conosceva il cielo stellato come pochi, pur con gli strumenti del tempo in tre minuti era in grado di determinare il punto astronomico, stabilire la rotta.
Tutti i giornali del mondo, tutte le radio, trasmisero la notizia, al tempo la corsa ai record nelle traversate era seguita come in tempi successivi lo fu la corsa alla conquista della luna, l’evoluzione in campo aviatorio era la punta di diamante del progresso scientifico ed industriale di una nazione.
“A Carlo del Prete – ricorda l’associazione culturale Carlo del Prete, trasvolatore atlantico – venne intitolato il prestigioso idroscalo internazionale di Ostia, bombardato dai tedeschi nel 1944 e mai più ricostruito. Ad oggi non ha più nessuna struttura aeroportuale, nessun reparto di volo dell’aeronautica militare, a lui dedicato. La sua medaglia d’oro è al valore aeronautico, al volo, al sogno. La sua memoria deve essere unificante così come lo è stata la mozione in consiglio comunale volta a ricordarne la figura ed approvata ad unanimità”.

