Mondiali, quel che resta dei gironi

28 giugno 2018 | 21:42
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Mondiali, quel che resta dei gironi

Mondiali, quel che resta delle qualificazioni. Alla fine della lunga fase dei gironi tanti gol, tanti numeri, poche certezze.
La prima è che la sfida, con tutta probabilità, sarà Europa-Sudamerica. Due anni di qualificazioni e, alla fine, bastano tre partite per far scomparire il continente africano dagli scontri diretti. Sfiora il secondo turno solo il Senegal, che viene escluso dalla Colombia e dalla differenza… cartellini. Per il resto le nordafricane Egitto, Marocco e Tunisia sono fuori già dopo le prime due partite, la Nigeria resiste fino a tre minuti dalla fine contro l’Argentina, ma poi prevale il blasone su un assetto difensivo, e generalmente tattico, ancora da rivedere.

Contro lo strapotere della storia restano solo Giappone e Messico, entrambe però inserite nella parte del tabellone ‘monstre’ dove si trovano insieme squadre che, assieme, assommano dieci titoli mondiali vinti. Per il resto sarà un tabellone ricco di suggestioni e di… previsioni. Ai quarti ci potrebbe essere un clamoroso incrocio fra Messi e Ronaldo, in semifinale quello fra Neymar e uno dei due. Poi è caccia alle outsider del torneo. Si candidano al ruolo Svezia e Svizzera, che si affrontano agli ottavi e la Danimarca, che sfida la Croazia ammazza-Argentina. E poi, sorniona, l’Inghilterra, quasi mai protagonista ai mondiali ma che, superando la Colombia, potrebbe avere un’autostrada almeno per concludere fra le prime quattro del torneo.
Prima di entrare nel vivo della fase che conta alcuni numeri. Nelle qualificazioni c’è stato un solo 0-0, fra Francia e Danimarca. Praticamente un record visto che si conta una media di 2,46 gol a  partita. Le ammonizioni sono state poco più di 3 a partita, le espulsioni poche, 0,02 a match (tre in tutto: Carlos Sanchez della Colombia, Boateng della Germania contro la Svezia e Smolnikov della Russia, questi ultimi die per doppia ammonizione). Quasi 35 i tiri a partita, con un record sul fronte di attacco che appartiene al Belgio: 38 tentativi totali di realizzare, 8 gol fatti, 5 tiri parati, 15 conclusioni fuori dallo specchio.
La fase a gironi consegna Kane come capocannoniere, ma soprattutto grazie a rigori e partita con Panama. Il miglior portiere, ma solo a livello statistico, è il messicano Ochoa, che conta 17 parate decisive e 4 gol subiti. Lo seguono il danese Schmeichel e il portiere coreano Jo.
Ultima notazione sulla Var: sono state decine le decisioni prese, o modificate, ricorrendo alla tecnologia. Rigori non visti e poi concessi, reti annullate e poi concesse o viceversa. Un po’ tutta la casistica, che, nonostante anche qualche errore nell’interpretazione delle immagini, ha diminuito sensibilmente le contestazioni sugli episodi dubbi. Togliendo anche gran parte degli alibi agli sconfitti. Un esempio per tutti. Chissà se, senza Var, la Corea avrebbe visto convalidato il gol con cui i tedeschi sono stati esclusi dalla manifestazione.
Ora si entra nel vivo, dentro o fuori. Si parte sabato (30 giugno) con Francia – Argentina: due precedenti ai mondiali, tutti favorevoli ai biancocelesti (l’ultimo nel 1978), poi Uruguay – Portogallo, che nella storia si sono affrontati solo due volte, l’ultima 46 anni fa. Il bilancio parla di un successo lusitano e di un pareggio. Ma adesso è tutta un’altra storia.

Enrico Pace