A passo di danza da Fuoricentro a Salisburgo: ecco la storia dei ‘due Stefani’

Umili e determinati. È questa la prima impressione che si ha incontrando i giovanissimi Stefano De Luca e Stefano Mattiello, ballerini che oggi studiano alla Sead di Salisburgo – accademia sperimentale di danza, tra le più quotate d’Europa – e che hanno mosso i loro primi passi alla scuola Fuoricentro di Lucca, diretta da Elisabetta Fiorini. Un’impressione che diviene conferma dopo poche parole: i due ragazzi hanno la consapevolezza che per loro sia stato “più facile” essere ammessi alla Sead “perché i ballerini maschi hanno dieci volte meno concorrenza delle ballerine”. Un dato di fatto che tuttavia non sminuisce il percorso artistico dei ‘due Stefani’, fatto di ore e ore quotidiane di studio, allenamento, prove. Fin da quando erano bambini.
Stefano De Luca oggi ha 21 anni. A 7 anni ha iniziato a danzare e non ha più smesso: moderno, classico, hip hop e contemporaneo, con la curiosità forte di chi ama mettersi alla prova. Giornate lunghe e intense, divise tra scuola, studio e dalle 3 alle 4 ore di allenamento. Sabati inclusi. “Devo ringraziare in primis la mia famiglia – ammette De Luca – perché è venuta sempre incontro alle mie esigenze organizzative, ai miei orari. Senza la disponibilità dei miei genitori non avrei potuto portare avanti scuola e danza”. E invece c’è riuscito, e bene: lo scorso anno ha conseguito la maturità linguistica al liceo Vallisneri, proprio negli stessi giorni in cui ha ricevuto l’esito delle audizioni fatte in tutta Europa per perfezionare con studi accademici la formazione ricevuta a Fuoricentro: “Ho capito che la danza sarebbe potuta diventare la mia professione intorno ai 16 anni – racconta De Luca – e da lì ho iniziato a fare ancora più sul serio. Il mese della maturità è coinciso con quello delle audizioni nelle accademie europee: conciliare tutto non è stata una passeggiata”. Un sacrificio che è stato premiato: ammesso a tutte le scuole per le quali aveva tentato la selezione, De Luca ha infine scelto quella di Salisburgo: e lì, grazie all’ottimo livello di partenza, ha potuto frequentare direttamente le lezioni del secondo anno.
Stefano Mattiello non ha ancora compiuto 20 anni. Ha iniziato a danzare a soli 4 anni ed è entrato nella ‘grande famiglia’ di Fuoricentro quando ne aveva 12. Per lui, che abita nel comune di Borgo a Mozzano, c’è stata qualche complicazione logistica in più: “La mattina venivo a scuola a Lucca, all’istituto Carrara; poi – racconta Mattiello – tornavo a casa e verso le 16,30-17 dovevo riessere a Lucca, per le lezioni a Fuoricentro. E in tutto questo c’era lo studio da portare avanti: devo dire, a onor del vero, che un’agenda così serrata di impegni insegna fin da piccoli l’arte dell’organizzazione. Impari a sfruttare ogni momento, a ottimizzare”. Sì, perché la danza è anche – se non soprattutto – una disciplina interiore. “Quando è arrivato il momento di preparare l’esame di maturità, gli ho dato la precedenza, tentando l’ammissione a una sola accademia: non sono stato preso al primo tentativo e così, il settembre successivo, ho iniziato a frequentare la facoltà di ingegneria a Pisa. Ma la volontà di trasformare in una professione la mia inclinazione per la danza non mi ha abbandonato: e così l’anno successivo ho ritentato più audizioni. Ammesso, stavolta, a più accademie d’Europa, ho scelto anch’io la Sead di Salisburgo”.
E così adesso i ‘due Stefani’, cresciuti insieme a Fuoricentro, si ritrovano a frequentare la stessa scuola. “Siamo stati educati da subito alla curiosità, anche attraverso esperienze internazionali. Tra i ricordi più belli degli anni a Fuoricentro – osservano – ci sono senza dubbio gli stage e gli spettacoli che abbiamo fatto all’estero: Barcellona, Parigi, la Slovenia, Vienna, Düsseldorf, Maiorca. Sono stati anni di stimoli continui a guardarci intorno, ad accogliere stili e metodi di insegnamento diversi. Col risultato che abbiamo saputo fare sintesi, imparare da tutto, trasformare ogni esperienza in un’occasione preziosa di crescita. Fuoricentro – continuano – ci ha insegnato il valore dell’altro: da tutti si può imparare, anche dai propri compagni. La competizione, comunque importante quando si hanno delle ambizioni professionali, non è rivolta agli altri ma ai propri limiti”. Parlare con De Luca e Mattiello infonde speranza. Sono espressione della ‘meglio gioventù’, quella dinamica, che sa dove vuole andare senza calpestare nessuno. “Siamo cresciuti a Fuoricentro – dicono – come ballerini e come persone. La danza ha modellato i nostri caratteri, sappiamo che per ottenere risultati occorre molto impegno, non diamo niente per scontato o per dovuto. Inoltre – concludono – ballare con gli altri esercita l’empatia. Non si è soli sulla scena, si è parte di un tutto che deve risultare armonico, e perché questo accada è fondamentale sentire l’altro, accorgersi”.
La foto di Stefano De Luca (sulla sinistra) è di Annika Hö
La foto di Stefano Mattiello (sulla destra) è di Michele Rossetti