Street food giapponese: a Lucca ‘Karē No Kuruma’, la scommessa di Stefana ed Elia

17 gennaio 2019 | 14:43
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Street food giapponese: a Lucca ‘Karē No Kuruma’, la scommessa di Stefana ed Elia
Street food giapponese: a Lucca ‘Karē No Kuruma’, la scommessa di Stefana ed Elia
Street food giapponese: a Lucca ‘Karē No Kuruma’, la scommessa di Stefana ed Elia
Street food giapponese: a Lucca ‘Karē No Kuruma’, la scommessa di Stefana ed Elia
Street food giapponese: a Lucca ‘Karē No Kuruma’, la scommessa di Stefana ed Elia
Street food giapponese: a Lucca ‘Karē No Kuruma’, la scommessa di Stefana ed Elia

Letteralmente significa ‘il carro del curry’, e in giapponese suona Karē No Kuruma: è stato questo il nome scelto da Stefana ed Elia per mettere alla prova quanto imparato in presa diretta dal cuoco Hirohiko Shoda – noto al grande pubblico per le sue trasmissioni su Gambero Rosso Channel. Un furgoncino giallo, curato in ogni dettaglio, che certo non sarà sfuggito a chi, negli ultimi fine settimana, si è trovato a passare davanti la storica gelateria Angiolino della Santissima Annunziata. La scommessa di Elia e Stefana è iniziata poco prima di Natale proprio lì di fronte. Per il momento, considerate le temperature tutt’altro che miti, Karē No Kuruma è aperto per pranzo. Con l’arrivo della primavera, l’idea della giovane coppia – 34 anni lui, 32 lei – è quella di proporre anche per cena le proprie specialità.

Street food, quindi, ma non fast food: ogni piatto è cucinato sul momento, con ingredienti freschi e selezionati, secondo tecniche imparate rigorosamente da chef Hiro e dai tanti soggiorni in Giappone. Viaggi vissuti con la serietà di chi sa che imparare una lingua è imparare la cultura di chi la parla: è in questa prospettiva che la cucina viene vissuta quasi come un rituale capace di stabilire un contatto profondo con leggende, tradizioni, modi di pensare e di percepire la realtà. Visioni che si traducono anche nel logo di Karē No Kuruma: il piatto di riso e curry giapponese è diventato una mascotte animata e sorridente. Perché tutto – anche quello che per noi occidentali è inanimato – per la cultura nipponica trattiene in sé la vita. “La scorsa primavera, durante l’ennesimo viaggio in Giappone – raccontano Elia e Stefana – abbiamo notato diversi furgoncini per strada che vendevano una sola specialità: l’idea ci è piaciuta e una volta tornati in Italia ci siamo dati da fare per realizzarla. Era giunto il momento di mettere a frutto l’esperienza maturata con l’accademia a Milano di Hirohiko Shoda e quello che avevamo imparato in Giappone”. E la scelta è ricaduta sul riso al curry: piatto che raramente si trova nei menu dei molti ristoranti orientali all you can eat che negli ultimi anni sono aperti anche a Lucca. Niente sushi – anche perché, contrariamente a quanto siamo portati a credere, il pesce crudo rappresenta quasi un’eccezione per l’alimentazione giapponese. “Il curry è un composto di spezie originario dell’India – spiegano Stefana ed Elia – che varia nell’intensità del sapore a seconda della zona di produzione. Quello che ha riscontrato maggiore successo in Giappone è il curry dell’India settentrionale: ecco, noi prepariamo una salsa vegana a base di verdure e curry e la disponiamo a fianco di una porzione di riso bianco. A scelta, il topping: dalla carne di maiale ai gamberoni fritti con la tecnica di panatura giapponese a basso contenuto di grassi, chiamata ‘panko’, fino a deliziosi spinacini e fagiolini verdi sbollentati per gli amanti delle verdure. Esistono e si possono inventare numerose varianti, come ad esempio l’aggiunta di scagliette di formaggio filante che, col calore, fondono e rendono la salsa particolarmente gustosa: la creatività e l’apertura a nuove sperimentazioni, d’altronde, non deve mai mancare in cucina: è un po’ questo – osservano – lo spirito col quale i giapponesi si avvicinano a gusti prima sconosciuti. La stessa tecnica di frittura panko, nasce così: dal pane bianco usato dagli inglesi per i tramezzini, dalla contaminazione di due culture”. Diverse sono le modalità di frittura giapponesi – dalla tempura alla panatura marinata, tutte in olio di arachidi – ed Elia e Stefana le hanno imparate tutte: per questo proporranno agli avventori anche menu speciali, di settimana in settimana. “La cultura nipponica è entrata nelle nostre abitudini private: chi viene a trovarci, per esempio – raccontano – sa che in casa nostra si devono togliere le scarpe all’ingresso. Abbiamo fatto nostro il profondo rispetto per l’ambiente e la cura dei minimi particolari: è anche per questo che abbiamo scelto piatti ecosostenibili, al 100 per cento compostabili, che si possono buttare direttamente con i rifiuti organici”. Ma non solo: si tratta di piatti che possono essere messi, insieme alle pietanze, direttamente nel forno o nel microonde. Sì, perché Karē No Kuruma è anche take away: per gustare a casa propria le specialità proposte, basterà contattare – anche via WhatsApp – il numero 324.7427044. “All’inaugurazione del nostro japanese curry truck c’erano anche alcuni rappresentanti della Festa dell’Unicorno di Vinci: pur volendo rimanere un punto di riferimento per Lucca, ci farà piacere spostarci e far conoscere la nostra cucina in contesti come quello o il Festival dell’Oriente di Carrara. E speriamo – concludono – di poter diventare un’alternativa interessante anche per i cosplayer di Lucca Comics & Games”. Per rimanere in contatto con Stefana ed Elia e conoscere, di settimana in settimana, cosa cucineranno, ci sono i social: basterà cercare Karē No Kuruma su Facebook e su Instagram. Arigatō!

Elisa Tambellini