Peralta e due gol regolari annullati esaltano il Messico contro il Camerun

13 giugno 2014 | 17:56
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Peralta e due gol regolari annullati esaltano il Messico contro il Camerun

Messico – Camerun 1-0

MESSICO: Ochoa, Aguilar, Rodriguez, Marquez, Moreno, Layun, Herrera (46’st Salcido), Juan Vazquez, Guardado (23’st Fabiàn), Giovanni Dos Santos, Peralta (28’st Hernandez). All.: Herrera

CAMERUN: Itandje, Cedric Djeugoue (1’st Nounkeu), N’Koulou, Chedjou, Assou Eotto, Mbia, A.Song (34’st Webo), Eyong, Moukandjo, Eto’o, Choupo-Mouting. All.: Fink
RETI: 16’st Peralta
ARBITRO: Roldan (Colombia)
NOTE: Ammoniti Moreno al 12’st, Nounkeu al 31’st

Secondo match del mondiale e ancora grandi topiche arbitrali. Il colombiano Roldan, complici i collaboratori di linea, riesce ad annullare addirittura due gol regolari a Giovanni Dos Santos nel primo tempo e impedisce ai centroamericani di decidere il match nella prima frazione. Il Camerun, dal canto suo, salvo una conclusione di Eto’o, una punizione deviata di Assou Ekotto e un tiro della disperazione nel finale di Moukandjo salvato plasticamente da Ochoa, ha detto poco e non ha rinnovato i fasti del calcio africano a metà fra anarchia tattica e fantasia. E così il Messico, che si permette di tenere per più di un’ora Hernandez in panchina, conquista tre punti e raggiunge il Brasile in vetta al girone in attesa proprio della sfida con i sudamericani. Per il Camerun, cui evidentemente non ha giovato particolarmente la protesta (consueta) per i premi partita che ha ritardato la partenza per il Brasile, è già una partita decisva quella contro la Croazia. Il Messico, invece, ha già messo alle spalle una qualificazione per il rotto della cuffia, conquistata grazia a un gol nel recupero degli Usa al Panama e con la vittoria nello spareggio intercontinentale con la Nuova Zelanda.
A parte l’arbitraggio (e siamo a due su due) quello che resta è un Messico quadrato e ben messo in campo da mister Herrera, un Peralta che potrebbe essere la rivelazione della sua squadra dopo aver già regalato un inaspettato titolo olimpico alla sua squadra. Ma anche Layùn ed Herrera, motorini della squadra e una squadra africana che, evidentemente, non può reggere solo sulle spalle di Eto’o.