Il Brasile arrossisce di vergogna. Per la Germania il rischio è sentirsi troppo forte

Brasile – Germania 1-7
BRASILE (4-2-3-1): Julio Cesar, Maicon, David Luiz, Dante, Marcelo, Luiz Gustavo, Fernandinho (1′ st Paulinho), Bernard, Oscar, Hulk (1′ st Ramires), Fred (24′ st Willian). All.: Scolari
GERMANIA (4-2-3-1): Neuer, Lahm, Boateng, Hummels, Howedes, Khedira (31′ st Draxler), Schweinsteiger, Muller, Kroos, Ozil, Klose (12′ st Schuerrle). All.: Loew
ARBITRO: Rodriguez (Messico)
RETI: 11pt Muller, 23′ pt Klose, 24 e 26′ pt Kroos, 29′ pt Khedira, 24′ e 34’st Schuerrle, 45′ st Oscar
NOTE: Ammonito Dante al 23’st
Dopo il Maracanazo il Minerazo. Al Brasile va pure peggio di 64 anni fa. Perché non solo non vincerà il mondiale ma quando affronta la prima vera avversaria di questa edizione dei campionati del mondo viene addirittura asfaltato da una Germania che dimostra che magari il talento è ancora in Sudamerica, ma l’evoluzione tecnico-tattica è tutta europea.
Se fosse una partita di calcio dilettanti si direbbe che il risultato dice tutto. Ma trattandosi di una semifinale del mondiale va aggiunto che mai nella storia (neanche nel 1930 quando entrambe le semifinali si conclusero per 6-1) si era verificato un risultato del genere. E non è solo frutto del caso, ma di una interpretazione tutta sbagliata di Felipe Scolari, uno che in Brasile non avrà vita facile d’ora in poi. Che senza Neymar e Thiago Silva inserisce Dante difensore centrale, e fin qui va bene, e Bernard fuori ruolo nella linea dei centrocampisti. Una massacro, perché la squadra manca di equilibrio e di copertura adeguata (dovrebbe pensarci Oscar) soprattutto su Schweinsteiger, colui da cui passano tutti i palloni che avviano le azioni tedeschi. Il resto, dopo il gol di apertura di Muller, è una passeggiata. Cui si aggiunge anche il gol di Klose, che toglie a un brasiliano, Ronaldo, il record di gol segnate in un campionato del mondo.
Disfatta su tutta la linea, cui certo non rimedia il gol della bandiera di Oscar. Poi non resta che attendere la finalissima. Che sia Argentina o Olanda sarà una sfida di certo più equilibrata di questa.
Un’ultima annotazione: all’Italia una cosa così (neanche a quest’Italietta di Prandelli) non sarebbe mai accaduta. A volte, lo dice il calcio, è beato anche il sano catenaccio.