Lucchese, via all’era di Galli “supervisore”

22 ottobre 2014 | 12:42
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Lucchese, via all’era di Galli “supervisore”

Lo ha presentato come il soggetto che mancava nell’organizzazione di una società che ambisce a crescere nei professionisti. E con toni pacati ha rilanciato il progetto della Lucchese, tre anni in cui i rossoneri dovrebbero raggiungere la maturità, non solo sportiva ma anche organizzativa. Con al timone un personaggio di grande spessore in grado di tenere la barra dritta verso gli obiettivi ma anche di valutare l’apporto altrui all’interno dell’organizzazione societaria.
Andrea Bacci, presidente della Lucchese, nella sala stampa dello stadio chiude il silenzio stampa per annunciare ufficialmente l’arrivo come responsabile dell’area tecnica, di tutta l’area tecnica dalla prima squadra al settore giovanile, di Giovanni Galli, portiere di Milan, Fiorentina, Napoli, Parma e, a fine carriera, Lucchese, scudettato, vincitore di due Champions League a anche nella rosa dei campioni del mondo dell’82.

Bacci apre scherzando proprio sul palmares di Galli: “Vi ho portato un campione del mondo – annuncia – ora non dite che non ci sono persone di spessore nella società”. E ne spiega i motivi: “Il progetto, cominciato un anno e mezzo fa – prosegue il presidente – aveva smarrito un po’ gli obiettivi che, nel corso del tempo, erano stati un po’ trascurati. Ora arriva una figura nuova che non va a sostituire nessuno ma che prende in mano a 360 gradi tutta l’area tecnica. Un vero direttore generale che si occuperà di tutto, dalla prima squadra alla Scuola Calcio e che avrà sotto di sé tutti gli altri, dall’allenatore, ai giocatori, ai preparatori, ai medici. Non ci saranno più singolo padroncini, piccoli gruppetti e centri di potere ma un solo responnsabile che si occuperà del 95 per cento della parte operativa della Lucchese, cui verranno delegate molte funzioni”. “Con lui – spiega Bacci – cerchiamo la cura appropriata per ottenere risultati e continuare a fare il calcio che ci piace e a modo nostro. Noi restiamo i soliti, che agiamo in una città in cui lo sport è stato abbandonato non dalle persone o dalle istituzioni ma dai fatti. I tagli, infatti, hanno colpito il settore che si è sempre creduto fosse una cosa in più e non un settore importante per i giovani, a livello educativo, fatto da chi lo ama per passione e per divertimento”.
Ora Galli si prenderà qualche giorno per capire l’ambiente e dove si potrà intervenire, da subito o più in là: “Non ha un mandato – dice – per tagliare teste o individuare colpe, ma di trovare le migliori soluzioni per migliorare le cose, per capire cosa è fatto bene e cosa è da integrare. L’obiettivo non è, come qualcuno spero per scaramanzia ha detto, di tirare a campare, ma di vincere, iniziando dal tornare a vincere, recuperando un po’ di regole da professionisti che non abbiamo avuto tempo e modo di costruire”.
Il nuovo responsabile dell’area tecnica, con la Lucchese, torna al suo primo amore, il calcio vissuto da protagonista: “Finora ho detto molte parole – dice – svolgendo il mio ruolo da opinionista, dove puoi dire tutto e non sbagli quasi mai. Ora le parole devono essere poche ma bisogna passare all’azione e per questo mi metto a disposizione della società per quello che il presidente richiede. Questo è il mio mondo e questa è casa mia. Ritornare nel calcio in una piazz importante e significativa come Lucca, una città che merita di essere valorizzata. La società ha fatto tanto in questi due anni, ripartendo dall’Eccellenza, e ho sentito che non ha perso lo spirito”. Adesso c’è da lavorare intanto sulla connvinzione del gruppo: “Ho già parlato – dice con i ragazzi e ho avuto modo di vedere l’impegno che hanno messo sempre, senza uscire mai battuti sul campo se non dal punto di vista del risultato. Una base importante dalla quale ripartire, stando vicino al mister, per condividere con lui le difficoltà e le potenzialità ed essere il punto di riferimento per tutti, togliere dubbi e preoccupazioni e cercare di aiutare tutti nella crescita”. Su Pagliuca la valutazione è positiva: “Magari – dice Galli – è un po’ esuberante ma sa fare il suo lavoro. Ha dei numeri e il nostro compito è aiutarlo anche in questo. Adesso, comunque, serve un risultato positivo per ridare ai ragazzi l’autostima. Per il futuro si vedrà, quanto alla campagna acquisti ci penseremo a dicembre. Intanto fotografiamo la situazione e mettiamo mano soprattutto al settore giovanile, per cercare di coinvolgere nel progetto i ragazzi del territorio e far tornare lo spirito di appartenenza. Una vocazione che le società professionistiche hanno un po’ perso, come si vede dal fatto che si sono pochi giocatori italiani in A e B. Mi piacerebbe che da noi uscissero ragazzi che rappresentano la città e che portano con orgoglio, anche quando vanno a dormire, la maglia”.
Ma come si è arrivati alla scelta del dg Giovanni Galli? “Ho scelto in autonomia – dice il presidente – ed è l’unico che ho sentito perché è la persona che ritengo giusta per fare quello che vogliamo. Un progetto duraturo nel tempo, non un flash, almeno di tre anni. Perché un conto, come abbiamo sempre detto, è stare nei dilettanti con le conoscenze dei dilettanti e un conto è stare nei professionisti”. Inevitabile, qui, il riferimento al “desaparecido” Rosadini e al direttore sportivo Bruno Russo: “Non siamo meravigliati o arrabbiati – spiega il presidente – per qualche errore che si è verificato. Ma ora vogliamo arrivare a risultati diversi. Vogliamo un supervisore e un responsabile vero e a lui affidare valutazioni, considerazioni e attribuzioni di potere per riconsegnare ruoli, anche se necessario modificati rispetto al momento attuale”. Che è come dire Rosadini non ha rispettato le aspettative, mentre Bruno Russo sarà messo al vaglio del nuovo responsabile dell’area tecnica.
In questo senso Galli viole capire “gli impegni che Russo ha preso con società, allenatore e giocatori”. “Mi prenderò – spiega – due settimane di tempo per fare la fotografia della situazione e capire se c’è necessità di fare un intervento e in questo senso non ho nulla in contrario a pescare nel mercato degli svincolati, purché siamo di grande professionalità. Ma intanto serve tirare fuori le qualità del gruppo che c’è e valorizzarle al massimo”.
Per il resto la presentazione scivola via affrontando nel dettaglio la questione del settore giovanile. Bacci rispolvera una vecchia questione, che è quella del rapporto con le società del territorio: “Non venga fuori – dice – che siamo noi i carnefici. Di questa situazione noi siamo le vittime. Abbiamo sempre dichiarato di non voler far concorrenza a nessuno, di essere aperti al dialogo con tutti, invece siamo stati oggetto di dispetti di ogni tipo, non ultimo quello della scuola calcio aperta nello spazio accanto allo stadio, senza che nessuno mai venisse a bussare alla nostra porta a proporre un progetto o a valutarne l’opportunità”. Galli, che invece annuncia che non realizzerà una Scuola Calcio a suo nome (ne esiste già una a Firenze), punta invece a riallacciare una serie di rapporti, non solo nel territorio comunale, ma anche guardando alla costa versiliese.
L’era Galli, insomma, è cominciata. E forse è prematuro valutarne gli effetti già dalla trasferta di domenica contro Forlì. Ma intanto il “provvedimento” tanto atteso è arrivato. E porta il volto di un campione del mondo. Basterà?

Enrico Pace

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