Margherita Giuffrida, ritorno al Lucca 2003 per un rilancio da numero uno

29 dicembre 2014 | 11:00
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Margherita Giuffrida, ritorno al Lucca 2003 per un rilancio da numero uno

Continuiamo la conoscenza delle giocatrici del Lucca 2003, formazione di calcio femminile che milita in serie C ed è seconda in classifica. E’ la volta di Margherita Giuffrida, portiere che ha sempre giocato in serie A fino al 2013 quando ha subito un brutto infortunio alla spalla. Da quest’anno ha deciso di ricominciare pian piano ed ha scelto la squadra della sua città, quella che l’ha lanciata ai vertici da giovanissima.Ci ha raccontato tra l’altro cosa vuol dire per lei essere un portiere, analizzando l’unicità di quel ruolo nel gioco del calcio.

Quando e perché hai iniziato a giocare a pallone?
Da piccola ero molto gracile e i miei genitori mi hanno fatto provare gran parte degli sport prima di mandarmi a calcio, dicevano che le squadre femminili non esistevano. All’età di 12 anni scoprii il Sant’Alessio e riuscii a convincere mio babbo a farmi andare. Ai primi allenamenti nessuno voleva stare tra i pali e durante una riunione mio padre mi propose come portiere visto che una volta mi aveva portato a calcetto con lui e in porta prendevo i tiri dei suoi colleghi senza paura. Da lì è nata la mia carriera, mi chiamavano il Buffon del femminile, sono stata in rappresentativa regionale ho vinto il campionato under 16, poi ho esordito in B con Lucca e successivamente ho sempre giocato in serie A fino al 1 febbraio 2013 quando ho subito un grave infortunio alla spalla. Da quest’anno ho deciso di ricominciare piano piano e ho scelto la squadra della mia città, quella che mi ha lanciato.
Che bilancio fai di questo anno che sta per finire sia dal punto di vista calcistico che extra calcistico?
A livello calcistico speravo di chiudere l’anno da campionesse d’inverno, siamo partite molto bene poi qualcosa non ha funzionato ma siamo in lotta per vincere il campionato. A livello personale il 2014 non è stato un bell’anno, iniziato male e finito uguale, confido nel nuovo anno sperando che sia migliore.
Quali sono i tuoi giocatori e giocatrici preferiti?
Ovviamente il mio giocatore preferito è Gianluigi Buffon, per me è sempre stato un punto di riferimento. A livello femminile Patrizia Panico attaccante della nazionale, e Silvia Fuselli con la quale ho giocato quando ero piccola.
Cosa fai nella vita oltre al calcio e che tipo di persona sei fuori dai campi di gioco?
Lavoro in Poste Italiane come caposquadra recapito, mi occupo di gestire il lavoro dei portalettere nell’ufficio di Pescia. Fuori dal campo sono una persona allegra e socievole, sono il pagliaccio del gruppo mi piace molto far sorridere le persone che mi stanno accanto. Nel tempo libero mi piace fare snowboard e ascoltare musica, non ho un genere preferito vario a seconda dello stato d’animo del momento, la musica per me è vita, è indispensabile…
Come descriveresti anche in base alla tua esperienza il ruolo del portiere?
Quello del portiere è un ruolo diverso, è disperatamente creato dall’occasione. Un attaccante, un centrocampista persino un difensore, può entrare in azione quando vuole, un portiere no deve aspettare l’occasione che dipende sempre dalla volontà di qualcun’altro. Il portiere non agisce, reagisce, e questo fa tutta la differenza del mondo da ogni punto di vista, è un ruolo unico e difficile da sostenere e secondo me sono pochi i veri numeri uno.