Gazzetta sport: “Bacci corre per presidenza Lega Pro”, lui smentisce

Anche il patron della Lucchese Andrea Bacci sarebbe candidato a diventare il nuovo presidente della Lega Pro. La notizia, smentita con un comunicato dello stesso numero uno rossonero che sotto riportiamo, è apparsa oggi (23 ottobre) sulla Gazzetta dello Sport. Certo la “rosea” ricorda anche come le regole attualmente in vigore debbano mutare per consentire uno scenario simile, poiché ad oggi sussiste un’incompatibilità dettata dallo statuto ad essere sia presidenti di club che della Lega.
Ecco, di seguito, la lunga replica di Bacci: “Ho sempre cercato di spiegare il mio apprezzamento per coloro che, in questi mesi, hanno lottato per restituire a noi Presidenti la speranza di una Lega Pro rinnovata nei contenuti, nelle regole e nelle abitudini. Ho seguito gli eventi e ho sofferto il passaggio al commissariamento della Lega Pro interpretandolo come il fallimento di tutti. Abbiamo fallito, ma senza responsabilità. Le regole che ci permettono di stare insieme sono fatte e costruite perché noi si rimanga spettatori e uditori di ciò che altri decidono e raccontano. Non sono candidato a nessun ufficio, lo statuto non permette questo e continuerò a guidare la Lucchese e a mantenerne direttamente la proprietà; pensare che il sottoscritto modifichi il proprio stato per acquisire i requisiti di una candidatura significa pensare di clonare modi, stili e atteggiamenti che desideriamo invece superare. Archiviata quindi ogni ipotesi di candidatura incompatibile con lo statuto e frutto soltanto di una fantasia mediatica, dobbiamo riuscire a concordare il profilo di un Presidente e su quel profilo scegliere la nostra guida. Non possiamo ipotizzare una battaglia tra me e altri candidati né tanto meno con Gabriele Gravina, ma dobbiamo convincerci che nessuna candidatura, ad oggi, corrisponde a un profilo coerente, lontano dai legami storici del calcio. Ho spiegato a Gravina la mia posizione con trasparenza e chiarezza. Ritengo Gabriele una risorsa da non disperdere e un nome da rispettare, ma ritengo anche che la Lega Pro debba uscire dalle provocazioni con uomini che riescono a comprendere talvolta, la necessità di fare un passo indietro. Sono orgoglioso di ricevere il rispetto e la stima dei Presidenti Tavecchio e Malagò e difendo con fermezza la necessità di provare a condividere con le istituzioni sportive da loro rappresentate, le scelte che intendiamo proporre e difendere. Devo tuttavia dissociarmi da atteggiamenti ineducati, da linguaggi impropri e offensivi rivolti a coloro che, magari commettendo errori, hanno cercato di aiutarci e accompagnarci verso una Lega Pro scevra da vizi occulti e uomini inadeguati. Il nostro passato sembra essere macchiato di tante colpe, il presente è nelle nostre mani, il futuro dobbiamo consegnarlo a custodi attenti, seri, onesti e competenti: per fare queste scelte noi Presidenti dobbiamo ritrovare un equilibrio e un saggezza che per tanti motivi, anche gravi e indipendenti da noi, abbiamo perduto”.