Amore & Vita, uno sguardo al 2016. Ivano Fanini: “Gavazzi merita l’azzurro per il mondiale”

23 dicembre 2015 | 17:17
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Amore & Vita, uno sguardo al 2016. Ivano Fanini: “Gavazzi merita l’azzurro per il mondiale”

La stagione ciclistica 2015 è andato in archivio con notevole soddisfazione per il team professionistico Amore & Vita-Selle SMP: 18 vittorie sono state ottenute in varie parti del mondo dagli atleti guidati con maestria dai ds Francesco Frassi, fresco sposo e Maurizio Giorgini e il collaudato staff gestito dal dinamico team manager Cristian Fanini già guarda con ottimismo al 2016. E’ perciò doveroso fare due chiacchiere con Ivano Fanini, l’anima storica del sodalizio lucchese le cui solide radici risalgono addirittura al 1948, quando papà Lorenzo cedette all’irresistibile richiamo dello sport del pedale: “Senza nostro padre non saremmo qui a parlare di squadre ciclistiche. Fu lui a far scoccare la scintilla che ci ha poi coinvolti tutti, oltre a me i miei fratelli Brunello, Michele e Pietro”.

Il pensiero di Fanini torna subito alla bellissima annata 2015 di Mattia Gavazzi, da lui già commentata in occasione dell’articolo riguardante le statistiche del ciclismo italiano 2015: “Mattia ha dimostrato di poter ambire legittimamente ad una maglia azzurra per il campionato mondiale 2016 in Qatar. Lo abbiamo recuperato noi del team Amore & Vita quando ormai sembrava perso per il ciclismo e lui ci ha ripagato con una stagione 2015 da incorniciare, contraddistinta da 13 successi e dal titolo simbolico di plurivittorioso tra i ciclisti professionisti italiani, ex-aequo con il giovane Mareczko. Credo che il ct Cassani abbia già un’idea circa l’utilità di Mattia nella nazionale italiana, anche perché è un ragazzo intelligente, pronto a lavorare per la squadra se sarà necessario. Se poi parliamo del suo spunto veloce, mi sento di dire che può battersi alla pari con chiunque, qui in Italia”.
E’ tempo però di dare uno sguardo al futuro, leggasi annata 2016: “Per Gavazzi continueremo ad avere un occhio di riguardo, sperando di poterlo vedere rivincere più spesso in Italia. Abbiamo ingaggiato due ragazzi di belle speranze che dovrebbero garantirci dei risultati nelle corse più impegnative, un settore dove forse siamo meno agguerriti. Si tratta del siracusano Pierpaolo Ficara, accreditato nel 2015 di 8 vittorie incluso il titolo di campione toscano Elite e del lucano Danilo Celano, primo quest’anno in 4 competizioni assai dure tra le quali spicca il GP di Gambassi Terme. Per il resto ci affideremo ad altri talenti in crescita provenienti da varie nazioni che si stanno affacciando alla ribalta del ciclismo internazionale un po’ a sorpresa, com’è stato ad esempio il caso dell’Albania”.
Fanini è considerato un talent-scout, oltre che un feroce fustigatore delle pratiche dopanti, ma quale di queste due etichette predilige? “Le accetto volentieri entrambe. Ho perso il conto dei giovani ciclisti che sono transitati dalle mie squadre e che poi hanno fatto carriere eccezionali: da Cipollini a Bartoli, Tafi, Chioccioli, Sorensen, Baronchelli e a tanti altri. Per quello che riguarda il doping a convincermi ad intraprendere questa difficile battaglia è stata la considerazione che mio figlio Cristian, dotato come pochi per praticare il ciclismo, ha dovuto abbandonare l’attività agonistica poiché gli era diventato impossibile competere contro avversari visibilmente e spudoratamente “aiutati”. Da questo grande dispiacere è nato il mio impegno contro la piaga del doping, un impegno che continua tuttora e che, inevitabilmente, mi ha procurato molti nemici”.
Fanini conclude mostrando una foto in cui Gavazzi batte allo sprint il promettente sprinter italo-polacco Jakub Mareczko: “E’ accaduto al circuito di Brescia, un successo che non avevamo conteggiato ma che alla fine ha consentito a Gavazzi di raggiungere proprio Mareczko in vetta alla graduatoria 2015 dei plurivittoriosi italiani del ciclismo professionistico e tutto questo fa storia perché mai in 50 anni di ciclismo avevo raggiunto un record di questo tipo. Come è anche unico il fatto di aver avuto sia il padre (Pierino) che il figlio a correre con il nostro team a distanza di 30 anni e vincere bellissime corse (Pierino vinse con noi tanto, tra cui il campionato Italiano su strada nel 1988). Infine, voglio ricordare che quest’anno non c’è solo il mondiale ma anche le Olimpiadi di Rio dove noi saremo presenti con due atleti, il campione albanese Halilaj ed il messicano Martins. Due corridori forti e seri che sicuramente sapranno mettersi in luce. Mentre per quanto riguarda la nazionale italiana, uno dei più forti scalatori in assoluto ce l’abbiamo noi e se sapremo gestirlo bene Cassani dovrà per forza rifletterci su”.