Botta veste rossonero: “Era il mio sogno da dieci anni”

Incontrarsi di nuovo e potersi dire finalmente di sì, dopo dieci anni: Stefano Botta, centrocampista mancino classe ’86, arriva a Lucca con un pizzico di ritardo rispetto ai suoi piani, ma alla fine arriva. Il primo rinforzo di questa campagna di mercato è lui: 300 gare tra B ed ex C1, svincolato dalla Virtus Entella, da settembre scorso si è allenato con il Sestri Levante. Può giocare sia davanti alla difesa che come mezz’ala sinistra o esterno di centrocampo alto nel 4-3-3. Accanto a lui siede il direttore Giovanni Galli, che ha insistito fortemente per portarlo a Lucca: “Botta è un calciatore ordinato – spiega – che porta quantità e qualità in questa rosa. Era uno spreco che un giocatore del suo calibro fosse fermo e, infatti, aveva diverse proposte allettanti, ma alla fine ha scelto Lucca”.
Il perché lo spiega il diretto interessato: “Volevo venire qui già dieci anni fa – racconta – perché all’epoca facevo panchina fissa nel Genoa e volevo giocare. Il mio direttore sportivo però si oppose e a Lucca arrivarono solo Renzetti e Volpara. L’anno scorso ho giocato praticamente sempre, ma un vecchio infortunio mi ha costretto ai box nelle ultime gare e non sono stato riconfermato. Mi manca soltanto il ritmo partita, perché mi sono allenato sempre. Perché ho scelto Lucca? Qui voglio rilanciarmi: è una piazza ambiziosa, dove si può fare calcio. Lopez? Lo ammiravo come calciatore, ma vedo che anche come mister se la sta cavando egregiamente”.
Botta ha firmato un contratto valido fino a giugno 2016, poi si vedrà: se il ragazzo riuscirà a convincere la dirigenza, potrà restare rossonero. Nel frattempo il mercato continua ad imperversare, tra smentite di rito e mezze verità. “Oggi siamo 22 – ricorda Galli – ma dobbiamo contare anche Bragadin e Citti, che sono molto promettenti e si allenano con noi. Sto conducendo altre trattative per rinforzare la squadra e vorrei consegnare i nuovi giocatori al mister entro il 6 gennaio, perché ci attende un mese duro, che dirà molto sulle nostre reali possibilità”. Possibilità che, per il direttore, fanno rima con quello che lui stesso ha definito “Un sogno idiota da far diventare realtà”: ergo, la Lucchese dovrà provare a puntare più in alto possibile in questa seconda parte di campionato, perché non esistono squadre in grado di ucciderlo. Sui nomi, tuttavia, Galli resta abbottonato: “A centrocampo adesso siamo a posto? Non so, direi che siamo cinque per tre posti, la coperta non è così lunga. Pozzebon? Per me resta qua e credo anche per lui: non vuole andar via da perdente e, vi assicuro, ha rifiutato offerte che lo avrebbero ricoperto di soldi. Questo dice molto sul suo carattere. La sanzione disciplinare nei suoi confronti? Chi non è mai stato una volta dietro la lavagna alzi la mano. Se Ferrara rientra nei 22? Certo, ha subito una piccola lesione al menisco, ma in 15 giorni tornerà come nuovo”. Sempre alla voce “mercato in uscita” il direttore respinge al mittente l’interesse del Pisa per Mingazzini e Terrani: “A Pisa parlano troppo – scherza – e se continuano così vorrà dire che io chiederò loro la torre”. In settimana Galli incontrerà inoltre i dirigenti di Ghiviborgo e Montecatini: l’obiettivo è quello di mandare a giocare alcuni giovani, tra cui Centi, Meucci e Fanciulli. Infine una battuta sul nuovo presidente di Lega Pro e sulla questione dei lavori per una nuova sede dentro allo stadio: “La Lega Pro, con Gravina in primis, deve chiedersi rapidamente quale sia la sua identità – afferma – e quale linea univoca intraprendere. Non si può cambiare idea ogni anno, specie sulla valorizzazione dei giovani e non si può più sostenere una situazione in cui i costi sono costantemente superiori ai ricavi per i club. La questione dei lavori dentro allo stadio? Abbiamo agito in buona fede per dare a chi opera nel club un posto decoroso in cui lavorare: non volevamo fare niente di illegale e ci dispiace apprendere che altri abbiano interpretato male questa iniziativa”.
Paolo Lazzari