Stop al calciomercato, ovvero una vasca piena di squali affamati

È ormai giunta al termine una sessione di calciomercato che possiamo definire interessante e ricca di molti spunti. A differenza di quelle precedenti, dove dominava quasi ovunque la noia, ci sono stati colpi ad effetto, come Higuain e Pjanic alla Juventus e Pogba e Ibrahimovic al Manchester United, che hanno un po’ rimescolato le carte e gli scenari internazionali.
A volte, è difficile capire il mercato e le sue molteplici sfaccettature e complessità. Capita di chiedersi se esso è sempre uguale. Certo, colpiscono, senza alcun dubbio, alcuni prezzi che appaiono esorbitanti e anche un po’ esagerati. Però capita che alcuni giocatori riescono ad ottenere ciò che vogliono e a essere venduti a determinate condizioni grazie al lavoro dell’agente, una figura sempre più imprescindibile e fondamentale. “I nuovi agenti in questo paese devono sapere come funziona il sistema. Un agente con esperienza sa cosa vuole il Manchester City, conosce i parametri monetari, quali sono le parti che fanno la telefonata, sa a chi telefonare: in pratica deve seguire tutte le regole”: è con queste parole che, in un’intervista esclusiva rilasciata a Bwin.it da Joe Smith, uno dei re della rappresentanza dei giocatori, cerca di spiegare il lavoro di questa figura che ai più può anche apparire un po’ misteriosa. Forse perché non la si conosce a fondo e nella sua totalità.
La domanda però che alcuni sono soliti farsi è se, nelle categorie inferiori, la figura del procuratore rimane così indispensabile. È ovvio che alcuni talenti hanno necessità di una procura importante per riuscire ad essere piazzati e per poter metter in mostra le loro capacità e le loro qualità. Però questo discorso può valere anche per chi non è più così tanto giovane. A volte, ad esempio, la Lega Pro può diventare una sorta di terreno fertile per alcuni giocatori che hanno fallito in club più importanti e intendono ripartire e rilanciarsi. Sotto questo punto di vista, occorre sottolineare il fatto che il nuovo regolamento Fifa prevede una sorta di liberalizzazione della professione degli intermediari. Questo può rappresentare la classica arma a doppio taglio, come confermano le dichiarazioni del noto procuratore sportivo Cataldo Bevacqua a Sportbusinessmanagement.it, “ora spetta alle federazioni il compito di gestire la figura dell’agente, ora procuratore sportivo, creando di fatto una confusione tra i ruoli che potrebbe favorire personaggi ambigui e senza la minima preparazione in materia di regolamenti e di tutela dei calciatori, soprattutto per quelli giovani”.
Insomma, è aumentato fortemente il rischio di incappare in fregature. Il mondo del calcio è come una vasca di squali affamati e occorrono attenzione e intelligenza. A volte, c’è chi è semplicemente guidato da ambizioni e interessi personali e a perderci é chi vorrebbe semplicemente inseguire un sogno e vederlo, dopo tanti sacrifici e un impegno smisurato, trasformarsi in realtà. Perché deluderli o prenderli in giro? Forse servirebbero solo regole un po’ più certe per non trasformare il meraviglioso mondo del calcio in un semplice macchina da soldi e business in cui sguazzano affaristi della prima e ultima ora.