Bacci: passaggio quote concordato coi soci lucchesi

28 gennaio 2017 | 15:48
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Bacci: passaggio quote concordato coi soci lucchesi

Il presidente Andrea Bacci si presenta regolarmente in sala stampa al termine della partita, sorprendendo addetti ai lavori e tifosi. Con toni pacati, senza mai alzare la polemica spiega i passaggi che hanno portato a non partecipare alla ricapitalizzazione e alla copertura delle perdite. E afferma che non avrebbe mai fatto fallire la squadra, ma semmai l’avrebbe portata in liquidazione e poi a iscriversi al prossimo campionato di Eccellenza. Frase, quest’ultima, che provoca la reazione incredula e indignata dell’intera sala stampa, che alla richiesta di ulteriori domande replica unita: “No grazie, vada pure via”. 

“Ieri – spiega il patron – qualcuno ha opzionato le quote inoptate, prendendosi il diritto di acquisire le quote mie e quelle di Coam. Dopo quattro anni di grandi attacchi da parte di tutti quanti Lucca si è liberata, almeno in parte, di un presidente che ha dato quello che poteva. C’è chi ha fatto peggio di me, visto che lascio un club tornato nei professionisti, in una situazione di classifica di tutto rispetto, con una componente societaria finalmente di matrice lucchese, dopo decenni”.
“Questo – dice Bacci – Deve essere un passaggio sereno e tranquillo: l’augurio è che le nuove componenti riescano a fare molto meglio di quello che abbiamo fatto sino ad oggi”.
Bacci affronta anche le polemiche, di coloro che lo hanno contestato durante il match: “Perché sono venuto? – dice il numero uno, per ora, dei rossoneri – Sono formalmente sempre il presidente e spero di venirci anche dopo, come tifoso: lo faccio a testa alta perché a Lucca non ho rubato niente, ho soltanto dato. Mi sono comportato da amico e la tifoseria dovrebbe difendermi: sicuramente il mio carattere non è semplice, ma è servito in un mondo difficile come quello del calcio”. Una linea di pensiero che, stando ai fatti, non è per nulla condivisa da quella stessa tifoseria che, invece, lo ha seppellito di fischi ed insulti per tutta la gara.
Il passaggio, comunque, secondo Bacci è stato concordato: “I soci – dice – hanno manifestato da tempo la volontà di portare avanti un progetto: quello di guidare la Lucchese ogni giorno, minuto per minuto, con l’attenzione che io non sono riuscito a dare. E’ la migliore soluzione possibile per la Lucchese: ma io non mi sono comportato male. Chi vede i nostri conti si meraviglia di come abbiamo gestito con trasparenza la società, per cui non ho da chiedere scusa a nessuno e sono orgoglioso di quanto abbiamo fatto fino ad oggi”.
“Cosa succede ora? – conclude – I soci lucchesi dovranno coprire le perdite. Perché non ho coperto io le perdite? L’ho già spiegato perché. La componente lucchese ha espresso con viva soddisfazione la volontà di portare avanti il suo progetto e hanno trovato il modo di affrontare la gestione della Lucchese. Io non sarò un impedimento al loro lavoro, anzi sarò una risorsa se lo vorranno. Avevo già detto fino dal primo giorno che la Lucchese non poteva essere nelle mie mani al 90 per cento: si è presentata l’occasione ed è stata sfruttata”.
Infine la rivelazione: “Se la mia decisione poteva far fallire la Lucchese? – chiude – Assolutamente no. Sarebbe stata messa in liquidazione, sarebbero state messe le risorse per arrivare a giugno e poi per l’anno prossimo sarebbe stata iscritta ad un campionato di Eccellenza”. Pericolo scampato, questo. Adesso si può guardare avanti, se la Lucca imprenditoriale risponderà compatta presente. Bacci esce dalla sala stampa e dalla scena, ma è costretto a rifugiarsi in macchina e a partire speditamente, scortato da agenti della digos, a causa della massiccia contestazione dei tifosi rossoneri che lo attende appena mette piedi fuori dallo stadio. Offese, improperi e quel coro ‘La Lucchese siamo sempre e solo noi’ scandiscono l’aria, mentre la mercedes dell’imprenditore prende la via di Firenze, forse definitivamente.