
Sono giorni decisivi per il futuro della Lucchese. I soci lucchesi, per la gran parte rappresentati da Lucchese Partecipazione, hanno ormai capito che l’esperienza in solitaria alla guida della società di serie C, in assenza di nuovi ingressi, non è più sostenibile. E bisogna pensare al futuro. Che significa, in soldoni, cedere le quote di maggioranza a imprenditori interessati alla gestione della squadra.
Ma la situazione non è così semplice come sembra. Il tutto a causa della eterogenea composizione societaria e anche all’interno del socio di maggioranza, Lucchese Partecipazioni. La holding, infatti, vede le quote in mano agli imprenditori Nannini, Gonzadi, Cappelli, Bini, Campani e Carmelo Sgrò, per un totale dell’88,8 per cento. Un 10 per cento, poi, è in mano all’associazione Lucca United e quote dello 0,1 per cento sono in testa a Moreno Micheloni e ad Arnaldo Micheloni.
All’interno della holding, però, nelle ultime settimane si sono intensificati i rapporti con diversi imprenditori interessati alla società portate avanti da diversi esponenti di Lucchese Partecipazioni. E su queste trattative domani ci sarà un confronto fra i soci. L’intenzione sarebbe quella di scegliere con quale cordata impegnarsi per la cessione della società, per poi sottoporre la cosa all’assemblea dei soci della Lucchese, che si terrà nel pomeriggio, sempre di domani.
Ma c’è chi, anche se rimasto nell’ombra negli ultimi mesi della gestione Bacci e anche dopo il passaggio della proprietà ai soci lucchesi, ha una posizione diversa e che, forte del suo 10 per cento in Lucchese Partecipazione, potrebbe rappresentare l’ago della bilancia in questo momento di passaggio.
E’ Carmelo Sgrò, imprenditore impegnato nell’ambito della sicurezza sul lavoro, da sempre appassionato di Lucchese, che sposa in parte la causa già avanzata ieri da Lucca United e chiede trasparenza in questo passaggio di consegne della società: “È da oltre un anno – srive – che mi sono dimesso da ogni incarico all’interno della Lucchese Libertas e da Lucchese Partecipazioni Srl restando ai margini di ogni partecipazione attiva, ritornando a essere un tifoso come tanti. I motivi sono stati prettamente personali, comunque mantenendo un 10 per cento di quote di Lucca Partecipazioni Srl, detentrice dell’88% della As Lucchese Libertas. Alla luce di quanto emerge dai giornali e dalle frammentate informazioni ricevute dagli altri soci, per evitare un altro errore come fu la scelta di Bacci e dei vari cortigiani, per il bene della Pantera mi trovo costretto a ritornare operativo facendo valere la mia quota societaria, quota che in virtù delle divergenze interne tra i soci, diviene l’ago della bilancia per ogni operazione”.
“I vari soci lucchesi – spiega – stanno cercando di vendere la Lucchese ormai da diversi mesi, ognuno promuovendo la “propria cordata” e siamo ormai giunti alle battute conclusive: pur non avendolo mai detto apertamente, tra coloro che seguono la Lucchese questo disegno è chiaro ed è ormai un segreto di Pulcinella. Non può essere il metodo adottato finora, quello vincente: La As Lucchese non può essere trattata come una qualsiasi SRL privata perché è innegabile l’interesse Pubblico che riveste: la Lucchese esiste da 112 anni, non dal 2011 quando entrammo noi e ripartimmo dall’Eccellenza. Per questo motivo, ora più che mai, è necessaria la massima trasparenza con tutti i soci, con tutti i tifosi, con l’amministrazione pubblica e con tutta la città.
Ritengo che la soluzione giusta sia instituire un comitato operativo che decida quale proposta sia la migliore per la Lucchese, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista del progetto sportivo. A questo tavolo dovranno sedere oltre a Lucca United e Lucchese Partecipazioni, anche soggetti fuori dai giochi di parte e capaci di non essere condizionati dalle trattative. La decisione dovrà essere presa a larga maggioranza, data la rilevanza strategica che avrà per il futuro della Pantera, e non a colpi centesimi percentuali”.
“Abbiamo sbagliato già una volta con Bacci, evitiamo di perseverare – conclude – Questa volta la città non lo perdonerebbe. Comunque vada la mia proposta, non mi presterò a giochi che possano penalizzare la società e la città”.