





Sport, passione e tanto sacrificio. È questa la chiave del successo di Davide Cassani, ct della nazionale italiana di ciclismo su strada, che ieri (7 dicembre) ha incantato Altopascio con le sue parole. Una sala dei Granai tutta esaurita ha accolto il ct azzurro, che ha raccontato la sua carriera, la passione sportiva e il grande impegno che serve per raggiungere un traguardo, nello sport così come nella vita di tutti i giorni. Un appuntamento organizzato dal Tau Calcio che ha visto la presenza dei ragazzi e dei dirigenti della squadra, dell’amministratore della Tagetik Manuel Vellutini, l’amministrazione comunale di Altopascio, e tanti appassionati del ciclismo.
Davide Cassani, vincitore di due tappe del Giro d’Italia, ha lanciato un chiaro messaggio ai giovani: inseguite i vostri sogni con passione e sacrificio. “Ho sempre voluto dimostrare la mia maturità attraverso la bicicletta – le parole di Davide Cassani -, ho sempre fatto di testa mia: non ho mai bevuto il sabato sera. Quando uscivo tornavo a casa alle 21,30, subendo anche qualche presa in giro. Ma ero totalmente sicuro di quello che dovevo fare, della mia forza data dalla passione. Non vedevo l’ora di andare a correre. Quella per lo sport è una passione sana che aiuta a superare i momenti di difficoltà. Non dovete seguire il gruppo. Poi vedrete che saprete prendervi delle rivincite su quelli che ridevano di voi”.
Conoscere i propri limiti per trasformarli in punti di forza: “Ho sempre sognato di partecipare al Giro d’Italia e al campionato del mondo – prosegue Cassani -. Sapevo di non essere un fenomeno, ma ero convinto nel lavoro e nel sacrificio. Sono stato un discreto corridore, non ho mai vinto una grande classica. Avevo i miei limiti, ma anche delle capacità rispetto ad un campione”.
Nel ciclismo, così come nel calcio, la squadra è fondamentale: “Anche nel ciclismo la squadra è determinante – continua il ct -. La squadra è un gruppo di persone con fiducia reciproca. Non si vince solo quando si alzano le mani al cielo tagliando il traguardo. Sono stato determinante nella vittoria di due campionati del Mondo, quella di Fondriest e Bugno. È stata una grande gioia, mi sono sentito partecipe di quelle vittorie. Anche il gregario sente suo il trionfo. Se oggi sono ct della nazionale è anche grazie a quello che ho fatto da ciclista”.
Un’ultima battuta sullo stato di salute del ciclismo italiano, con un campionato del mondo che manca da 10 anni: “Non abbiamo grandi individualità, ma c’è una buona base – conclude Cassani -. Non dimentichiamoci che siamo arrivati sul podio al Giro d’Italia e alla Vuelta. Vincere un campionato del Mondo non è facile. Per farlo dobbiamo tornare a vincere le grandi classiche come Sanremo, Fiandre, Roubaix e Liegi-Bastogne Liegi”.
Claudio Tanteri