Lucchese, la priorità è non cederla al buio

5 gennaio 2018 | 14:39
Share0
Lucchese, la priorità è non cederla al buio

Una telenovela che, francamente, ha davvero stancato. E’ quella che concerne la possibile vendita di quote (o dell’intero asset societario, ndr) della Lucchese Libertas. Colpi di scena, mezze gaffe e bluff hanno condito gli ultimi mesi rossoneri, senza che però la situazione si sia spostata di un centimetro.
In principio fu Belardelli. Nel novembre scorso diversi soci lucchesi – Gonzadi in primis – respinsero al mittente l’idea di apparentarsi con l’imprenditore romano, un passato giudiziario a dir poco burrascoso, un contributo sportivo – quello con Castel di Sangro e Lecco – che lasciò strascichi di rabbia e tifosi pronti ad inseguire la proprietà. Poi, complice il mantra dei soci “abbiamo salvato la Lucchese, ma non possiamo continuare da soli ancora a lungo”, è partita la caccia ad un nuovo sodalizio. Guidata, in primis, da quell’Arnaldo Moriconi che, pur detenendo una quota non certo enorme del club, risulta essere l’imprenditore capace di avere l’ultima parola, in questo momento. E anche quello che, palesemente, ha più interesse a vendere.
Così, dopo aver quasi inconsapevolmente venduto il club proprio a Belardelli, abilmente celato dietro agli ormai celebri avvocati pisani, ecco la marcia indietro dettata dal ruggito furente del tifo. Una parentesi che ha senz’altro incrinato la fiducia dei supporters, dal momento che nessuno è ancora riuscito a spiegare come si possa garantire una cessione in mani affidabili senza conoscere nome e cognome delle persone a cui viene passato un club glorioso, non esattamente un pacchetto di caramelle.

Quindi, già nei primi giorni di dicembre, il riavvicinamento al Comune di Lucca, in precedenza quasi snobbato con dichiarazioni plurime da parte dell’amministratore unico Carlo Bini e di altri soci: “Ci dicono che lavorano da mesi, ma di risultati non ne vediamo”, il senso del discorso. E’ questa, ad oggi – anche secondo quella sentinella sempre all’erta che resta Lucca United – l’unica strada percorribile. Così, dopo che Palazzo Orsetti ebbe ad esprimere tutta il suo stupore per trattative parallele quasi chiuse, oltre a smentire il club pubblicamente, osservando che non aveva inviato i documenti necessari da presentare ai potenziali nuovi soci, i contatti sono stati riallacciati. Nomi non se ne fanno, ci mancherebbe. Ma, sottotraccia, si parla di colossi dell’imprenditoria lucchese, con un raggio d’azione internazionale, da Tagetik ad Olio Rocchi. In mezzo, le uscite di Alessio Sundas: tacciato di farsi pubblicità selvaggia, lo sport manager si è difeso riportando i messaggi ricevuti da Arnaldo Moriconi (ancora lui), che – stando alla ricostruzione – lo avrebbe addirittura stressato per giorni, pur di vendere le sue quote. Così, nell’oceano portatile ammantato di fake news, ecco che si fa strada un’urgenza: quella di trovare un accordo, in questo inizio 2018, per risollevare le sorti di un club il cui futuro resta a rischio. La triade Bini-Moriconi-Nannini, insieme agli altri soci, si metta il cuore in pace: la piazza non consentirà deviazioni dalla coerenza. Vendere quote sì, ma non al primo che passa, perché nessuno intende passare di nuovo dall’emergenza allo sprofondo.

Paolo Lazzari