
Di nuovo un “no” potente e compatto: è quello che si leva dal museo rossonero, ventre incandescente della discussione sulla possibile vendita della Lucchese, riproposta anche ieri sera (8 gennaio) da Lucca United. Così, almeno un centinaio di supporters rossoneri, capitanati da Stefano Galligani e Moreno Micheloni (presidente e vice della cooperativa di tifosi che detiene il 10 per cento del pacchetto azionario del club, ndr), hanno scandito un concetto cristallino: la Lucchese non si svende.
I timori che erodono di preoccupazione, infatti, continuano ad agire sotto traccia, scavando lentamente i nervi del tifo organizzato: in tanti, al museo, scuotono la testa affermando che la pista che conduce all’imprenditore Belardelli appare tutt’altro che morta.
“Stiamo assistendo da mesi ad una telenovela – attacca Galligani – che non accenna a concludersi. Abbiamo detto no a Belardelli, ma anche oggi ho ricevuto una telefonata da uno degli avvocati pisani, il quale mi ha confermato come continuino ad essere in joint venture con lui. Ora, se le parole hanno un peso, questa strada dovrebbe essere stata esclusa: i fatti, però, ci dicono che probabilmente abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra”.
Ad indurre un pessimismo generalizzato ci pensa la freddezza con cui il club sembra atteggiarsi nei riguardi degli imprenditori lucchesi trovati dal Comune: “Solo oggi – prosegue Galligani – hanno inviato la documentazione necessaria a palazzo Orsetti, richiesta da settimane. Inoltre, vorrebbero fare l’incontro questo mercoledì ed avere una risposta venerdì: praticamente impossibile. Temo che dietro tutto questo ci sia la volontà di riproporre Belardelli, con Moriconi che va in Comune a fare scena muta”.
Già, Moriconi: è lui uno dei bersagli prediletti della tifoseria. “Ha ammesso di aver fatto una proposta a Sundas e ci sono pure i messaggi – esplodono i sostenitori rossoneri – quindi, di che stiamo parlando? Vogliamo che questa gente se ne vada dalla Lucchese, perché cerca soltanto di svenderla”.
Da Lucca United – che entro fine mese lancerà una raccolta fondi per ripianare perdite per 36mila euro – giungono anche ulteriori novità sull’attuale fronte societario. Sarebbe infatti stata avanzata la proposta, vantaggiosa per chi detiene le quote più grandi del club, di ricapitalizzare non più a 100mila euro, ma a 10mila.
Che il progetto avanzato dal Comune sia volutamente osteggiato dal club è opinione anche di Micheloni: “Lo hanno tenuto nel cassetto per mesi – ricorda – perché c’è una parte dell’attuale società che non vuole l’ingresso di imprenditori locali, forse per paura che certi meccanismi oggi in essere vengano smantellati. Per quello che ci risulta, gli imprenditori interessati, tra acquisizione quote e proposte di sponsorizzazione, sono una quindicina. Ma del resto – il duro attacco – quale imprenditore lucchese può pensare di entrare, fino a quando in società c’è Moriconi?”. Resta viva, comunque, anche la vecchia ipotesi che conduce al profilo dell’imprenditore Giorgio La Cava: “E’ ancora interessato – chiarisce Micheloni – anche se hanno cercato di fargli passare la voglia”.
In tutto questo, Lucca United minaccia – a seconda di come volgerà il tempo – anche il ritiro del marchio Lucchese Libertas, detenuto proprio dalla cooperativa di tifosi rossoneri.
Paolo Lazzari