
“La Lucchese? Non l’ho ancora venduta”. Sei parole in fila, ripetute come un mantra, quasi a volergli fare assumere una consistenza granitica, a fronte di spifferi, voci di corridoio e presunte certezze. Sì perché Arnaldo Moriconi – il vero e unico proprietario forte del club rossonero, non fosse altro per le quote azionarie detenute – conferma che la trattativa con l’imprenditore senese Lorenzo Grassini va avanti, ma è ben lungi dal concludersi a stretto giro di posta.
“Come in tutti gli affari complessi della vita – commenta – ci vuole il suo tempo. Stiamo parlando, discutendo, mettendo a punto ogni aspetto. Diffidate da chi dà già tutto per fatto: non è stato concluso ancora alcun accordo e non c’è nulla di firmato”.
Bluff o verità? Moriconi, imprenditore navigato, sa bene come sbilanciarsi troppo in questa fase potrebbe incrinare i delicati equilibri di una trattativa – le cui basi sono state saldamente ancorate dall’ex ds Fabrizio Lucchesi – comunque bene avviata.
Nel frattempo, si rincorrono le voci sulle possibili motivazioni che avrebbero portato a dilazionare i tempi di un affare che, secondo gli addetti ai lavori, poteva già essere concluso ad inizio settimana. “Se sto attendendo anche altri soci? No comment – afferma – saprete tutto a tempo debito”, la risposta circa i rumors inerenti ad un presunto ritorno di fiamma da parte di Belardelli. Replica identica, peraltro, quando gli si domanda se non sia lui stesso a voler mettere sul piatto una mano ulteriore, arricchendo ed allargando la posta in funzione di ulteriori interessi commerciali.
Al di là delle smentite di rito, tanto attese quanto inevitabili, si staglia, comunque – nitida – una certezza: la Lucchese sta per passare di mano. La vicenda ci racconta di tempi per consegnare a Grassini il 70 per cento delle quote che forse non saranno repentini, ma nemmeno ciclopici. Insomma, la trattativa è entrata in una fase cruciale, quella in cui si tratta soltanto di limare gli ultimi dettagli.
Paolo Lazzari