Cessione Lucchese, ultimatum al 23 aprile

11 aprile 2018 | 15:49
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Cessione Lucchese, ultimatum al 23 aprile

Il rinvio di dieci giorni nella trattativa per cedere la Lucchese? Non deve essere necessariamente letto in chiave pessimistica. A dirlo sono due componenti importanti del club, come l’amministratore unico Carlo Bini ed il socio Gianluca Campani.
La cortina di negatività che aleggia intorno al club rossonero, in sostanza, potrebbe e dovrebbe ancora squarciarsi, da qui al già fatidico 23 aprile, data che segna l’immaginifico “gong” giungendo esattamente a dieci giorni di distanza da quel 13 aprile che era stato inizialmente indicato dalle parti per chiudere la partita.

Ottimismo, sì, ma non abbastanza per convincere un ambiente – quello del tifo lucchese – che in questi giorni si contorce inevitabilmente, avvitandosi intorno ad elucubrazioni di ogni genere. Tra le più spendibili incalza Hanno fatto un passo indietro, salterà tutto, ma rimane molto quotato pure il mantra E’ Moriconi a non avere più interesse. Una tesi che, tuttavia, parrebbe screditata da quella manciata di giorni concessi, unilateralmente, proprio dal patron di Sice.
“Non la leggo negativamente – commenta Campani – e spero ancora che tutto vada a buon fine, principalmente per il bene della Lucchese. Il ritardo? Forse è perché alcuni aspetti della due diligence meritavano un approfondimento ulteriore, magari perché capaci di far variare il prezzo finale. L’umore? Credo che a Lucca ci sia anche chi spera che l’affare salti, ma io non mi schiero da nessuna parte, se non dal lato della Lucchese. Continuo a pensare che ci siano soltanto degli aspetti da limare e che tutto si risolverà al meglio”.
Poi, sulla possibilità che quella di Grassini e Lucchesi sia una strategia per tirare sul prezzo, complice anche la doppia presentazione a stampa e tifosi: “Sono soltanto rumors – commenta – che ad oggi non trovano fondamento. Dico di più: il fatto che un uomo di calcio come Lucchesi si sia esposto, per me, resta una garanzia. Non penso, infatti, che voglia incorrere in uno scivolone, dopo le dichiarazioni d’intenti espresse. Ecco, semmai le conferenze allo stadio io le avrei evitate, così come l’esposizione mediatica generale, prima di chiudere l’affare: servivano toni più moderati. Non è detto però – conclude – che la cosa non possa essere letta in chiave ambivalente: la presentazione ha vincolato Moriconi, ma anche viceversa. Personalmente, poi, credo poco nelle trattative lampo, perché servono sempre approfondimenti seri. In ogni caso, entro 10 giorni sapremo come andrà a finire: dopo non ci saranno più prove d’appello”.
Poi è Bini ad esprimersi, stavolta con un pizzico di entusiasmo in meno: “Il rinvio? Certo è un po’ strana come situazione, perché se non c’erano problemi si chiudeva il 13 aprile. Grassini e Lucchesi intenzionati a tirare sul prezzo? Vorrebbe dire che non conoscono Moriconi: lui non ha bisogno dei loro soldi. Se lo volesse, potrebbe gestire la Lucchese per conto suo, non è uno che si fa comprare per un pezzo di pane”.
Quindi, sulla scadenza incombente: “Moriconi ha messo Grassini e Lucchesi in una posizione chiara – commenta – perché se entro 10 giorni l’acquisto non si perfeziona, sarà soltanto per colpa loro. Di più non si poteva fare: hanno il tempo per ulteriori approfondimenti e per risolvere eventuali problemi. Spero però che non sia un mero problema di soldi: alla sede di Lucca United, per dire, dichiararono di avere a disposizione anche 400mila euro per un eventuale ripescaggio della Lucchese, nella malaugurata ipotesi di una retrocessione. Dunque non avrebbero i 700mila euro che servono per l’acquisto? I debiti? Erano noti da tempo e si tratta di cifre assolutamente normali per un club di C. Non credo nemmeno che vogliano farsi pubblicità avvicinando club di mezza Italia: non sarebbe per loro un bel biglietto da visita. Un filo di ottimismo comunque – conclude – a Lucca non fa mai male”.

Paolo Lazzari