Var o non Var: Uefa, dinosauro del calcio. L’Unione calcistica europea dice ancora no

21 aprile 2018 | 10:23
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Var o non Var: Uefa, dinosauro del calcio. L’Unione calcistica europea dice ancora no

Il finale di Real Madrid-Juventus ha riacceso il dibattito circa l’ostracismo che la Uefa continua a mostrare in merito all’introduzione del Var nelle competizioni su cui mantiene il controllo: Europa League e soprattutto Champions League. L’arbitraggio di Oliver e la decisione di assegnare il tanto discusso calcio di rigore in favore dei blancos per fallo di Benatia su Vasquez aveva portato, oltre che alla sua espulsione, a commenti nel post-partita al vetriolo di Buffon e diversi tesserati bianconeri, oltre al gesto di Chiellini dei soldi, ripreso dalle telecamere.

Eppure, soprattutto le squadre italiane, sono state vittime di numerosi errori arbitrali ai limiti dell’oggettività e che avevano rischiato di minarne il cammino già dagli ottavi di finale. Episodi che, Var alla mano, probabilmente avrebbero conosciuto un esito diverso. Dal clamoroso fallo su Douglas Costa in Tottenham-Juventus degli ottavi di finale a quello subito da Dzeko al Camp Nou sullo 0-0: in entrambi i casi le italiane sono riuscite a qualificarsi per fortuna, ma l’importanza della Var già era stata messa in evidenza.

Qualcosa da dire al riguardo siamo certi l’avrà anche il solitamente placido Guardiola, espulso nell’intervallo del match di ritorno col Liverpool per il gol del 2-0 annullato a causa di un fuorigioco inesistente e che avrebbe agevolato la difficile rimonta del City, poi eliminato. La Uefa però non ci sente e continuerà la prossima stagione a non affidarsi alla tecnologia, nonostante questi macroscopici errori.

Le parole dell’ex arbitro Luca Marelli ai microfoni di Sports Bwin, Luca Marelli, spiegano perfettamente il contributo che il Var può fornire al tempo stesso quali correzioni può subire nei prossimi anni, fino a giungere ad un suo quasi totale perfezionamento nell’uso: “Partiamo da un presupposto fondamentale: il Var è contestato da una minoritaria percentuale di tifosi ed addetti ai lavori per partito preso. I risultati oggettivi sono eccezionali: una decina di errori su oltre mille episodi sottoposti a check, 50 episodi valutati in modo errato e modificati con l’utilizzo della tecnologia”.

Riguardo cosa manchi per mettere tutti d’accordo, magari anche la Uefa stessa e vararlo per qualsiasi partita nazionale e continentale, Marelli afferma: “In particolare, se mi vien chiesto (come spesso accade) in cosa modificare la strutturazione del Var, rispondo convintamente che il protocollo andrebbe modificato in merito alla dizione di “chiaro errore”, espressione che, ad un primo impatto, potrebbe apparire ben catalogata ma che, nella realtà, significa tutto e niente. A mio parere, come più volte affermato fin dalla scorsa estate, la scelta dovrebbe ricadere su una dizione più corretta di “possibile errore”, che lascerebbe un maggior margine decisionale all’arbitro centrale, oggi troppo vincolato ad un intervento dei VAR sulla base di un errore già qualificato come “chiaro”.

I Mondiali, voluto dalla Fifa, applicheranno il Var. Si terrà un corso intensivo preparatorio nella nostra Coverciano e sempre più campionati nel giro dei prossimi due anni sposeranno la tecnologia. Insomma, manca l’ultimo tassello, forse il più importante: quello dalle note musicali che fanno sognare tutti i tifosi.