Lucchese, Bini: “Non firmo contratti, voglio liberarmi”

24 maggio 2018 | 13:06
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Lucchese, Bini: “Non firmo contratti, voglio liberarmi”

“Vorrei tornare ad essere un uomo libero, invece sono sempre l’amministratore unico in carica”: è l’appello di Carlo Bini che, dopo aver rassegnato le sue dimissioni alla Lucchese ormai da un pezzo, non riesce a scindere il legame con il club. Un nome, quello di Bini, pronunciato a più riprese in questi giorni, complice l’insistente voce che – nelle more di una trattativa che non si è ancora conclusa – vorrebbero un suo intervento quantomeno per nominare Fabrizio Lucchesi direttore generale. Una vicenda, quella legata alle famigerate ulteriori poste passive – con Moriconi che sarebbe pronto ad estendere la fideiussione prestata di altri 100mila euro – che Bini ricostruisce con dovizia di particolari.

 “Insieme al club – ricorda – avevamo concordato che mi sarei dimesso alla firma del contratto, per lasciare spazio al nuovo amministratore. Oggi, invece, mi ritrovo ancora in carica per quel che concerne l’amministrazione ordinaria. E’ una situazione che, francamente, mi ha anche stancato”. Sono le tempistiche infinite, in particolare, a non andare giù a Bini. Ma non soltanto, perché l’amministratore unico si esprime anche sulla possibilità di nominare Lucchesi dg: “Pensavo si risolvesse tutto in fretta e, come sapete, ho anche convocato una riunione il 17 maggio, ma è stata mandata a monte, perché mi è stato detto che Grassini era a Londra. C’è una non verità di fondo: io sono dimissionario e non firmo contratti a persone. Voglio andare via, ma non mi riesce: penso di aver dato tanto alla Lucchese”.
A Bini non interessa chi abbia ragione e chi torto, anche perché, abbastanza clamorosamente, rivela un retroscena particolare: “Io Grassini e Lucchesi non li ho nemmeno mai incontrati. Nessuno mi ha chiesto ufficialmente nulla, ad oggi, ma sia chiaro che se lo faranno dirò di no. Non solo non posso firmare contratti, ma non ne ho nemmeno voglia”. Di firme, anche importanti, Bini continua comunque a farne: “Sì – spiega – perché se non lo facessi si rischierebbe l’iscrizione al prossimo campionato. I debiti sopravvenuti? Non mi interessa, ma comunque non mi risulta. Hanno avuto mesi per vagliare i bilanci e ancora non si è concluso nulla. In questo momento la Lucchese assomiglia ad un carrozzone all’interno del quale si muovono diverse persone, senza averne titolo”.
Intanto, nel bel mezzo del groviglio generale, incalzano le scadenze fissate dalla Lega calcio per l’iscrizione alla prossima stagione di serie C. Anche quest’anno, saranno tre le tappe fondamentali: la prima scadenza è fissata pe il 20 giugno per l’osservazione dei criteri infrastrutturali, mentre soltanto tre giorni più tardi, il 26 giugno, dovranno essere pagati stipendi e contributi. Entro il 30 giugno, infine, dovrà essere consegnata la domanda di iscrizione al campionato, corredata da una fideiussione pari a 350mila euro. Il tempo, dunque, corre inesorabile: Moriconi e Grassini devono sbrigarsi a trovare un accordo definitivo, anche perché un’altra strada non c’è. E sullo sfondo, ormai non più così fumosa, aleggia anche l’ipotesi di una risoluzione del contratto, con le quote cedute che tornerebbero al proprietario di Città digitali.

Paolo Lazzari