
Consiglio del municipio nove Eur di Roma, ieri, con la partecipazione straordinaria del presidente di Amore & Vita – Prodir, Ivano Fanini. Alla presenza di quasi tutti i consiglieri e dell’assessore alla scuola, cultura, turismo e sport, Carmela Lalli, il presidente del Consiglio, Marco Cerisola, ha aperto i lavori chiedendo di osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime della mafia (visto il recentissimo anniversario della strage di Capaci in cui morì il magistrato antimafia Giovanni Falcone), delle vittime del doping e degli sportivi morti sulle nostre strade.
Il Consiglio, per bocca del suo rappresentante istituzionale, si è dichiarato molto lusingato per la presenza di Fanini: pochissimi giorni prima della tappa conclusiva del 101esimo Giro d’Italia, anziché pensare agli ex campioni del pedale, l’assise romana ha scelto di invitare il fondatore della più longeva squadra agonistica in attività a livello mondiale, testimone di grandi valori e persona egregiamente impegnata nella lotta al doping. Fanini ha entusiasmato l’uditorio con il racconto appassionato della sua vicenda e del suo amore per il ciclismo, illustrando poi come sia nato il suo impegno contro il doping e le difficoltà che ha incontrato dovute anche all’omertà che attanaglia il mondo dello sport. L’ostracismo causato da quella omertà ha di fatto successivamente impedito la partecipazione di sue squadre alle primarie competizioni internazionali.
Poco dopo sono intervenuti alcuni cittadini, tra i quali docenti e dirigenti scolastici, che hanno posto domande a Ivano Fanini, alle quali lui ha replicato pazientemente e con precisione. E’ stata quindi la volta dei Consiglieri che hanno discusso la risoluzione, decidendo di presentare un emendamento volto a utilizzare fondi destinati alla cultura per le iniziative di sensibilizzazione dei giovani contro i rischi delle dipendenze. Al termine del dibattito la risoluzione è stata approvata all’unanimità dal Consiglio.
“E’ stata una giornata molto costruttiva sotto ogni aspetto – commenta Fanini – perché si sono affrontate questioni importanti in materia di lotta al doping ed anche un piano di mobilità ciclistica che preveda lo sviluppo di più piste ciclabili. Insomma è stata un esperienza davvero indimenticabile che credo dovrebbe essere presa da esempio anche da altri Comuni in Italia proprio per tutelare i giovani che si avvicinano allo sport. Soprattutto mi riferisco a quelli che si avvicinano al mondo del ciclismo, che è il mio mondo. Il ciclismo è vita ed è per questo che bisogna avere amore per esso, ed infondere ai giovani la giusta cultura di amore verso questa disciplina che va praticata esclusivamente in modo pulito, con sudore, sacrificio, fatica e tanta passione. Solo così si potrà preservare il futuro di questo sport che è il più bello del mondo”.