Lucchese, c’è l’accordo Moriconi-Grassini

30 maggio 2018 | 15:52
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Lucchese, c’è l’accordo Moriconi-Grassini

Lucchese, la telenovela passaggio di proprietà si avvia ai titoli di coda. L’incontro andato in scena anche ieri sera (29 maggio) – l’ennesimo – nella pancia del Porta Elisa, dovrebbe rappresentare lo sprint finale verso la parola fine su una trattativa che sembrava doversi concludere in tempi ristretti e che, invece, si è trascinata in avanti per settimane, arrancando al punto da far temere che il banco potesse saltare.
Al tavolo, fino a tarda sera, c’erano Arnaldo Moriconi, Lorenzo Grassini ed il dg in pectore Fabrizio Lucchesi, uno che – si percepisce nitidamente dalle sue esternazioni – si è francamente stancato di questa situazione. In ballo, come ormai è noto, ci sono le eventuali poste passive sopravvenienti, quelle, insomma, non coperte dall’ormai altrettanto celebre fideiussione prestata da Moriconi a garanzia di Grassini. L’ultima ed ennesima analisi sui conti rossoneri, però, si è davvero conclusa: è stato lo stesso Fabrizio Lucchesi – che non vede l’ora di essere nominato ufficialmente dg per poter iniziare a ragionare di calcio – ad imprimere un’accelerata importante, servendo l’assist del caso ai commercialisti di entrambe le parti. Si parla, in questo senso, di un accordo definitivo volto a coprire la somma di 150-160 mila euro (a fronte dei 100mila già fissati contrattualmente, a titolo fideiussorio, ndr): la fumata bianca, adesso, potrebbe arrivare già in questo fine settimana. E, del resto, serve sbrigarsi: il mercato è già praticamente iniziato ed il famoso vantaggio di una programmazione anticipata, punto di forza ricordato da Lucchesi in più circostanze, rischia di essere dilapidato. Soprattutto se, come si promette, l’idea è quella di allestire una rosa competitiva per il grande salto in serie B. Nondimeno, Moriconi non vede l’ora di chiudere, incassare e rimanere in una posizione di minoranza, con il suo 1% a titolo personale ed il 16% detenuto da Città Digitali. Se Lucchesi e Moriconi scalpitano, insomma, altrettanto ci si attende da Grassini: anche l’imprenditore senese, che coltiva affari nella City ed in Tanzania, certamente non avrebbe interesse a vedere il suo nome accostato ad una trattativa – l’ennesima, a questo punto – saltata quando sembrava cosa fatta.