Lucchese, un’altra estate di passione

6 luglio 2018 | 18:19
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Lucchese, un’altra estate di passione

Si accavallano le ore e la Lucchese sprofonda sempre di più nel caos. Dopo che il presidente in carica Lorenzo Grassini ha deciso di disertare anche l’ultimo appuntamento utile per pagare il dovuto ed iscrivere il club – trascorrendo invece il suo tempo in una stazione dei carabinieri di Siena, per denunciare alcuni tifosi rossoneri che lo avrebbero minacciato – ecco che la situazione diventa sempre più drammatica. E l’unico che potrebbe salvare la pantera, a questo punto, è l’ex socio di maggioranza Arnaldo Moriconi. Ma non da solo, certo: oggi pomeriggio si è fermato allo stadio per incontrare un gruppo di tifosi avviliti e allo stremo della sopportazione, per chiedere – nella sostanza – il via libera a riprendersi la Lucchese con l’aiuto di uno o più imprenditori – si vocifera di una cordata fiorentina – senza tuttavia ottenere appoggi espliciti: “Basta che la Lucchese resti in C”, gli hanno detto i supporter. Il patron di Sice e Città Digitali è dunque entrato all’interno dello stadio, dove si è trattenuto per un pezzo, insieme a Giuseppe Bini, in attesa di trovare una soluzione.

Nel frattempo, Grassini gli aveva già fatto sapere che era disposto a cedergli indietro le sue quote, ma che non lo avrebbe fatto venendo di persona a Lucca, dove non intende mettere più piede.
Nelle ultime, convulse ore, Moriconi sarebbe poi partito alla volta di Firenze insieme ad un gruppo di tifosi, per mettere insieme in fretta e furia una trattativa al fotofinish. C’è, infatti, da ripianare il deficit di 463mila euro entro le 24, mentre per il pagamento di stipendi e contributi l’ultima data utile sarebbe, come indicato dallo stesso Moriconi, il 10 luglio. Uno scenario che, anche nella migliore ipotesi possibile, l’iscrizione del club, comporterà comunque un’ulteriore penalizzazione (da 2 a 10 punti) che verrà inferta alla Lucchese, da sommarsi ai 4 punti presi durante la brevissima gestione Grassini.
A complicare ancora di più il quadro, poi, ci si mettono anche i contratti depositati in Lega calcio. Sì perché, per fare in modo che il club torni a Moriconi, sono necessarie le dimissioni del dg Fabrizio Lucchesi, di mister Menichini e del suo vice D’Urso. Scenario, questo, alquanto improbabile: i contratti depositati, infatti, rappresentano una garanzia di pagamento a prescindere per i soggetti citati. E, in tutto questo, c’è anche – tra i tifosi – chi ipotizza che questa sia stata soltanto una gigantesca messa in scena, orchestrata ad arte, per far digerire alla piazza – con l’acqua giunta fino alla fronte – il nome di Pietro Belardelli, l’imprenditore noto alle cronache per il burrascoso passato nel mondo del calcio, che Moriconi aveva proposto come primo acquirente.
Ad ogni modo, il tempo è tiranno: entro la mezzanotte sapremo se la Lucchese continuerà ad onorare la sua storia o se, ancora una volta, dovrà sparire dal calcio professionistico per mano di chi, venuto a Lucca riempiendosi la bocca di proclami altisonanti, non ha mantenuto le promesse fatte.

Paolo Lazzari