
Lucchese, è stata corsa contro il tempo, ma il ricorso contro la decisione della Covisoc di escludere la società rossonera dal campionato di serie C è stato depositato in extresmis, a Roma. Proprio nell’ultimo giorno utile e nell’ultima ora utile per evitare l’esclusione dal campionato di serie C, ecco il tentativo finale.
Una giornata convulsa, iniziata di prima mattina e proseguita fra colpi di scena e notivà ora dopo ora. La principale novità riguarda il fatto che l’ex patron Lorenzo Grassini ha ceduto le sue quote direttamente a Carlo Bini, che torna amminstratore unico: dietro di lui, evidentemente, ci sono Arnaldo Moriconi ed il futuro socio di maggioranza del club, di cui ancora non si conosce volto e identità.
Tutto è cominciato questa mattina (16 luglio), con la riunione nello studio del commercialista Matteo Benigni, a san Concordio: presenti il dg Fabrizio Lucchesi, l’amministratore unico Gianni Ferruzzi e il segretario generale Marcella Ghilardi. Con loro ecco anche l’ex amministratore unico Carlo Bini. In una manciata di ore arrivano le dimissioni di Lucchesi e Ferruzzi e, in questo modo, la società passa direttamente nelle mani di Carlo Bini, nuovo amministratore unico – evidentemente solo pro tempore – per cercare l’impresa. Pronti gli assegni circolari per pagare stipendi e contributi, con il club che proprio in questi momenti sta provvedendo al pagamento. Alle 14 circa la ricapitalizzazione della società è completata. Nel frattempo, ecco che una delegazione parte alla volta di Firenze per prendere, da lì, il treno in direzione Roma: l’obiettivo è quello di presentare il ricorso alla Covisoc in tempo utile. “Stiamo facendo una corsa contro il tempo – commenta Carlo Bini, raggiunto al telefono da Luccaindiretta – e siamo messi molto male. In questo momento chiediamo a tutti di lasciarci lavorare, perché ogni attimo potrebbe essere fondamentale”. A Roma viene portato a mano l’assegno circolare da 9mila euro che vale a titolo di cauzione, mentre la prova del apgamento di stipendi e contributi viene inviata via mail, per accelerare i tempi.
Una volta ricevuto il ricorso, la Covisoc dovrà vagliarlo e pronunciarsi – entro 3 giorni – sul destino della Lucchese. Se la nuova documentazione fornita – unitamente ai pagamenti effettuati – convinceranno l’organo giudicante della saldezza dell’attuale assetto societario, il giudizio di primo grado potrebbe essere ribaltato. Se così fosse, sarà comunque impossibile non incorrere in penalizzazioni (da 2 fino a 10 punti, ma lo scenario più probabile è un’ulteriore penalizzazione nell’ordine dei 4 punti) già scattati per il mancato ossequio del termine prestabilito. Laddove, invece, questa manovra in extremis non convincesse, la Covisoc potrebbe decretare la scomparsa definitiva della Lucchese dal calcio professionistico. Un giudizio che, in ogni caso, emergerà in chiave ufficiosa già stasera stessa, senza che sia necessario dover attendere fino al 19 luglio.
Nel frattempo, arrivano anche i primi commenti da parte del mondo rossonero, come quello di Moreno Micheloni, che può parlare come socio e membro di Lucca United. “Ci siamo interessati in prima persona all’evolversi della vicenda – spiega – perché non sapevamo nulla. Adesso speriamo che l’iscrizione vada a buon fine e che si possa ricominciare da zero. Certo, restano due incognite: chi potrà farlo? Auspico che Fabrizio Lucchesi possa riavere un ruolo, perché ha dato le sue dimissioni, dimostrando che non gli interessano i soldi e che lui, con tutto quello che è successo, non ha nulla a che fare. Per me sarebbe disposto anche a diminuirsi l’ingaggio: è la persona più adatta. Poi il secondo quesito: chi è il socio di maggioranza di riferimento? Io penso che la cordata proposta da Fabio Bettucci sia leggermente in vantaggio, ma ormai è inutile esprimersi, perché ancora una volta abbiamo imparato che contano soltanto i fatti. Temo, comunque, che lo spettro di Belardelli possa ancora agitarsi sullo sfondo: so che ha contattato Grassini direttamente, per farsi cedere le quote, ma ha ricevuto risposta negativa”. Già Grassini: Micheloni lo sta sentendo praticamente ogni giorno, ma questo non basta a chiarire i perché di questa vicenda: “Non ha saputo spiegare a nessuno di noi i motivi del suo comportamento: chi gli è vicino mi ha parlato di un corto circuito che non ha precedenti. Non credo che Grassini sia venuto a Lucca con il chiaro intento di prenderci in giro e so per certo che è rimasto molto rammaricato per tutta la vicenda. Inoltre ha sostenuto alcuni costi, come quelli legati alla fideiussione ed al ritiro al Ciocco”.
Intanto il viaggio in direzione Roma – sede della Covisoc – vede arrivare Carlo Bini ed il segretario generale Marcella Ghilardi alle 19 in punto. Intorno alle 20 il comunicato ufficiale della società: “La Lucchese – si legge – comunica ufficialmente di aver consegnato, tramite i suoi rappresentanti, nella sede di Roma della Covisoc, la documentazione necessaria per il ricorso ai fini dell’ottenimento della licenza nazionale 2018/2019, indispensabile per l’iscrizione al campionato di serie C”.
Adesso i membri del club rossonero attendono soltanto di essere chiamati per esaminare i documenti che comprovano l’avvenuto ripianamento del deficit, la ricapitalizzazione e il pagamento di stipendi e contributi. Con essi, ecco anche l’assegno da 9mila euro versato a titolo di cauzione per l’iscrizione alla Covisoc. Nel frattempo sono emerse ulteriori indiscrezioni sulla trattativa che potrebbe portare al salvataggio lampo della Lucchese. Lorenzo Grassini si sarebbe impegnato a mantenere attiva la sua fideiussione, ponendo alcune condizioni: tra queste, la permamenza di Lucca United e di Moreno Micheloni in società, anche se non hanno preso parte alla ricapitalizzazione. Il futuro della Lucchese resta appeso a un filo, manca davvero poco per sapere – già da stasera in via ufficiosa – se il club potrà proseguire la sua gloriosa storia nel calcio professionistico.
Paolo Lazzari