Coppa Toscana, il Bama sfida l’Audax Carrara al ‘vecchio’ PalaBox

In questo bislacco calendario di Coppa Toscana, dove il Cmc Carrara gioca due gare su tre in casa (di cui una però in campo neutro), Lucca tutte e tre tra le mura amiche, Bama e Audax Carrara invece due fuori ed un in casa, c’è una piccola emozione. Riguarda il fatto che il match, appunto, tra Bama Altopascio e Audax si disputerà domani pomeriggio (16 settembre), al vecchio PalaBox altopascese prima di trasferirsi per le gare di campionato al PalaBridge di Ponte Buggianese.
I match di Coppa possono essere disputati in via Marconi, teatro di epiche battaglie e piccole egrandi imprese rosablu che in quel piccolo impianto hanno ottenuto tre promozioni, sospinti dal tifo infernale dei soli 120 spettatori che potevano assistere. Bando agli “amarcord” il match servirà moltissimo a coach Novelli ed ai suoi assistenti per tastare il polso alla squadra, dopo aver introdotto nuovi giochi offensivi e soluzioni difensive. Ci saranno i carichi di lavoro da smaltire, le gambe imballate, ecc.. Ma questo è un minimo comun denominatore per tutti i team. Gli apuani (C SIlver) l’anno passato hanno disputato un campionato con qualche sofferenza di troppo, hanno quindi inserito a palla in movimento il lungo Bianchini, buonissimo tiro dalla media. Quest’anno invece hanno ingaggiato il centro, proveniente dalle Marche, Servadio: un 2,02 dotato di buona tecnica. Possono contare inoltre su due tiratori di striscia come Bertuccelli e Viola, nonché sull’atletismo di Menicocci. Tutto ruoterà comunque attorno a capitan Valenti, playmaker dalla tecnica sopraffina che fa dello step back- arresto e tiro la sua arma preferita, nonché mortifera. Per il Bama ci sono ancora problemi muscolari per Ben Lazzeri, tenuto a riposo negli ultimi allenamenti, mentre nel roster, dopo l’addio di Maiolini per lavoro, è stato reintegrato Alessio Poggetti, un “pretoriano” che ha indossato la casacca rosablu fin da quando era bambino. Palla a due alle 18. Un’occasione per i tifosi rosablu di vedere giocare davvero in casa la loro squadra, prima del consueto “esilio”.