





Una stagione storica con giocate da fenomeno, rovesciate da urlo e trofei indimenticabili: in poche parole un marziano del beach soccer. Il protagonista della favola è Gabriele Gori, autore di un’annata che difficilmente verrà dimenticata. Dalla vittoria della Supercoppa con il Viareggio, fino all’Europeo con la maglia della nazionale: date che resteranno impresse nella storia, in un 2018 che potrebbe regalare ancora emozioni.
Tutto è cominciato a maggio. Il primo capitolo parte da Viareggio, con il primo appuntamento stagionale del beach soccer dal sapore europeo: l’Euro Winners Cup a Nazarè, la Champions del beach soccer. I bianconeri, dopo il primo girone dominato, sono stati inseriti in un vero e proprio gruppo d’acciaio con Artur Music, Catania e Kristall. Dopo le prime due imprese, entrambe in rimonta, il Viareggio è stato eliminato nella ‘finalina’ con il Kristall per 4-1. Un ottimo avvio di stagione, comunque, che non è bastato ad arrivare alla seconda storica Champions: “Abbiamo fatto un girone incredibile – le parole di Gori -, siamo stati bravi. Poi sapevamo che andando avanti avremmo incontrato le squadre più toste. Quando ti capita il Kristall, c’è poco da fare: era un terno all’otto, cinquanta e cinquanta. Anzi, facciamo trenta e settanta: loro hanno i più grandi giocatori del Mondo, era molto difficile vincere. Però restano quelle due grandi partite vinte. Siamo usciti sapendo di aver perso contro quella che poi è arrivata in finale. Il bilancio di questa Winners Cup è stato positivo”.
Tutta la stagione è girata intorno al Catania. Dopo la vittoria in Ewc, la rivincita tra bianconeri e siciliani c’è stata in Coppa Italia, giocata proprio a Viareggio. Una partita incredibile, ricca di ribaltamenti di fronte: alla fine la semifinale se l’è aggiudicata il Catania per 7-6 con Eudin show. Non aver potuto alzare la Coppa davanti al pubblico di casa, è questo forse il rammarico della stagione: “Con tre volte cha abbiamo giocato contro il Catania, abbiamo vinto quella che contava meno. Abbiamo perso in semifinale una partita in cui stavamo anche vincendo per 4-2. Loro hanno tirato fuori queste 2/3 prodezze del brasiliano Eudin, che quando gioca contro di noi fa sempre la partita della morte. Chiaro che la perdi in casa, un doppio rammarico. Però anche qui, analizzando bene, abbiamo perso contro chi poi ha alzato il trofeo: cerchiamo sempre di guardare il lato positivo”.
Il campionato del Viareggio non è stato perfetto. Dopo una regular season con tre sconfitte (Lazio, Samb e Pisa), i bianconeri sono stati costretti ad affrontare la capolista del girone del sud: neanche a dirlo il Catania. Un primo turno di playoff giocato proprio senza Gori, costretto al forfait per infortunio. Il Catania ha dilagato, trionfando 7-2. Una stagione sfortunata, dove ha anche influito la rosa più corta rispetto alle corazzate: “Senza dubbio ha influito il fattore della rosa. Il Catania che ha vinto il tricolore aveva una rosa ampia e di qualità: escono i primi quattro ed entrano i secondi quattro che sono altrettanto forti. Una rosa completa per vincere, si poteva permettere anche il lusso di tener fuori giocatori come Ott e Stankovic. Noi abbiamo preso tre stranieri ed abbiamo avuto la sfortuna che uno si è fatto male, uno non era mai in condizione. Quando vai a giocare le partite che contano, se non sei in 7/8 alla pari, ti può andare bene una volta o due perché trovi la partita giusta, ma alla fine chi è più organizzato vince. Il Catania con il cambio di allenatore ha svoltato. Noi durante l’anno va detto anche che siamo stati sfortunati per via dei diversi infortuni: alla fine pesano anche quelli”.
Ma questa è stata una stagione storica, a partire proprio dal Viareggio. Il 9 agosto, infatti, la squadra di Santini ha trionfato ai rigori la Supercoppa in finale con la Samb. Una partita incredibile, giocata senza Gori, che ha fatto entrare i bianconeri nella storia: il Viareggio, infatti, è l’unica squadra ad aver alzato al cielo tutti i trofei. L’eroe della Supercoppa è stato Marinai: “Marinai la sera prima aveva la febbre – rivela Gori -, eravamo in difficoltà a causa anche del mio infortunio. Alla fine Simone, in dubbio fino a poche ore dalla finale, ce l’ha fatta ed è stato l’eroe della Supercoppa. La mia assenza non si è fatta sentire. Una vera e propria vittoria storica: la Supercoppa, infatti, era l’unico trofeo che ci mancava nella nostra prestigiosa bacheca. Siamo l’unica squadra italiana ad aver vinto tutto. La vittoria della Supercoppa era l’obbiettivo che ci eravamo posti quest’anno”.
La storica stagione prosegue con la nazionale. Da un successo storico ad un altro, con un strano gioco nel destino: il 9 settembre, proprio un mese dopo la vittoria in Supercoppa, l’Italia si è laureata campione d’Europa sempre ai calci di rigore. Una vittoria storica dicevamo: l’Italia ha conquistato il secondo titolo continentale della loro storia a 13 anni di distanza dall’unico trionfo europeo. “Le emozioni sono state incredibili – racconta Gori -, il pubblico di Alghero è stato indescrivibile: c’ha fatto il tifo dal primo fino all’ultimo momento, è stata l’arma in più. Ho questa fantastica immagine stampata in testa: la gente riempiva lo stadio, con tante persone che restavano fuori perché lo stadio era pieno. Sono state tutte partite tirate, quando poi vinci all’extra time, con il boato dello stadio, secondo me è stata un’emozione che difficilmente si può ripetere. È questo quello che ci ha aiutato a vincere”.
L’italbeach ha trionfato con diverse corazzate, ma la vittoria che fa ben capire l’entità dell’impresa è quella con la Russia. Una vittoria contro i campioni che mancava da 3 anni, il quinto successo in 19 precedenti. Una vittoria per giunta con qualche brivido, 6-5 ai tempi supplementari: “È stata una gara sofferta fino all’ultimo – le parole di Gabriele Gori -, contro una delle squadre più forti. Dovevamo mettere qualcosa in più e ce l’abbiamo fatta. Quando poi Marinai ha messo di tacco quella palla dentro, è stato uno dei momenti in cui ho detto quest’anno è davvero la volta buona”.
Un altro momento chiave dell’Europeo è stato quello con l’Ucraina. Un match assurdo, vinto 6-5 negli extra time, grazie ai gol di Gori e la parata di Del Mestre. Il mister ha dichiarato che nel momento di blackout, in cui l’Ucraina ha rimontato, ha visto la paura negli occhi degli azzurri: “Con l’Ucraina abbiamo avuto un momentaccio, un black-out in cui loro ci hanno recuperato. Anche lì alla fine siamo venuti fuori con il mio gol della vittoria e poi con Del Mestre, che ha fatto un miracolo quando mancavano pochi secondi. Lì è stato un altro momento in cui ho davvero pensato che il destino ci stava portando verso la coppa”.
Anche la finale con la Spagna non è stata una passeggiata. Una partita tirata, con Llorenc che ha mandato la partita ai rigori grazie a due prodezze. Gori ripercorre le emozioni della finale: “La Spagn è una squadra con pazienza e che addormenta il gioco, in più ha degli interpreti che lo fanno veramente bene, Llorenc tra tutti è il più forte. In finale si è visto: ha fatto una partita incredibile. Noi siamo stati bravi, il mister l’ha preparata bene cercando di darci pazienza, senza esagerare, prima o poi avremmo fatto le nostre giocate. Alla fine siamo riusciti a portarla ai rigori: una serie infinita, che ha riportato alla mente brutti ricordi come la semifinale persa ai rigori al Mondiale del 2015 con Tahiti. Momenti di panico, ma poi ho visto che tutti venivano battuti alla perfezione. Poi ci ha pensato Del Mestre a farci saltare di gioia”.
Un’impresa storica, con la nazionale che ha spopolato sui social e non solo. I complimenti sono arrivati anche dal calciatore Claudio Marchisio: “Ci siamo svegliati una mattina con i compimenti di Marchisio, da lì abbiamo realmente iniziato a realizzare l’impresa che avevamo fatto dopo i primi giorni tra incredulità e festeggiamenti. Se la nostra vittoria è arrivata fino a Marchisio, vuol dire che abbiamo fatto qualcosa di bello. È stato un momento di grande gioia”.
Gori e l’Italia non si vogliono fermare: “Le prossime tappe saranno le qualificazioni ai mondiali e i giochi Europei di Minsk 2019. A Baku nel 2015 arrivammo secondi. Adesso non ci vogliamo fermare: con l’europeo abbiamo acquistato consapevolezza, vogliamo alzare al cielo altri trofei con la maglia azzurra”.
Capocannoniere del campionato con 27 gol (più 2 nella partita per il settimo-ottavo posto con il Palazzolo), 15 reti a Nazarè, 6 in Coppa Italia, 7 ad Alghero (199 in azzuro), premio di best scorer per i 15 anni del beach soccer italiano. Numeri spaventosi che non hanno bisogno di commenti: il pensiero adesso va al pallone d’oro. “Il pensiero al pallone d’oro ci va per forza – prosegue Gori -. Due anni fa ci andai vicino perché mi dissero che non avevo vinto niente con la nazionale. Quest’anno finalmente ho alzato al cielo un trofeo con la maglia azzurra: adesso vediamo se questo premio arriva. Se non arriva è lo stesso, ci mancherebbe, però un pensierino ce l’ho fatto ad esser sincero. Nella corsa al pallone d’oro ci sarà sicuramente Llorenc, che non ha vinto niente con la Spagna ma ha fatto una grande stagione individuale. Ci saranno anche i brasiliani, a partire da Mauricinho”.
Archiviata la stagione di beach soccer, Gori è pronto a rendersi protagonista con il Castelnuovo nel campionato di Eccellenza. L’accoglienza dopo il ritorno da Alghero da campione d’Europa è stata indimenticabile: “Arrivare qui ed essere accolto con il cartellone è stato incredibile. Qui è come essere in famiglia, qui non mi hanno mai fatto mancare niente e quando arrivo qui è sempre un’accoglienza, ogni anno. Un ambiente del genere non l’ho mai ritrovato in nessuna altra squadra”.
In tanti sui social si sono chiesti: “Come fa uno come Gori a giocare nel Castelnuovo”. Il motivo è semplice: “La gente scherza – commenta Gori ridendo -, ci voleva anche al posto della nazionale di Mancini. Gli impegni che ci sono con il beach soccer, che ormai li porto avanti da anni, magari un’altra società non me li farebbe fare. Il Castelnuovo non solo me li fa fare, me li fa fare con tranquillità. Senza mai dirmi niente. Per questo devo dire grazie al Castelnuovo che mi ha sempre dato la parola fin dall’inizio, comportandosi sempre nel migliore dei modi”.
Gori fissa gli obiettivi stagionali: “L’obiettivo principale deve quello della salvezza. Sento voci che dicono ‘si può fare di più’: io sono un po’ scaramantico, quindi dico partiamo dalla salvezza. Se tutto va bene, poi proviamo a fare qualcosa in più. Per quanto riguarda la stagione individuale spero di arrivare in doppia cifra anche quest’anno, superare i 10 gol. Non sarà annata semplice, c’è stato qualche cambiamento. Bisogna adattarsi un pochino. Se poi vado bene io, va bene tutta la squadra. Alla fine si spera che le due cose combacino”.
Un’ultima battuta riguarda ancora il beach soccer, con uno sguardo al futuro. Gori non esclude una nuova esperienza, in Italia o all’estero: “Non è ancora sicuro che resti al Viareggio, o meglio: quest’anno ho fatto una scelta di vita restando a casa accanto a mio figlio, rinunciando a delle chiamate importanti sia a livello di soddisfazioni che a livello economico. Le ho rifiutate. Ho già avuto qualche contatto a fine stagione, il prossimo anno ci penserò se partire o meno. Se arriva un’altra chiamata importante, non è detto che rimanga”.
Claudio Tanteri