Chiocchetti: “Il calcio femminile a Lucca è morto”

19 ottobre 2018 | 09:51
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Chiocchetti: “Il calcio femminile a Lucca è morto”

Marco Chiocchetti interviene duramente sulla questione del calcio femminile a Lucca. Dopo i pesanti passivi sul campo, l’ex presidente dell’Acf Lucchese attacca: “Tanti discorsi, ma il calcio femminile a Lucca è morto. La massima squadra, nonostante i proclami, in tre gare ufficiali ha preso 21 gol”.

“Chi in questi giorni – commenta Marco Chiocchetti – avesse voluto conoscere il risultato dell’esordio della formazione della Lucchese Libertas che milita nel massimo campionato di calcio rosa a Lucca, se non l’ha cercato non ha avuto la possibilità di saperlo. Si tratta di una dimenticanza oppure della volontà di nascondere, dopo una estate di proclami, auto rivendicazioni di conoscenze e capacità, con presunte certificazioni che provengono da patentini che sono stati concessi un po’ generosamente, una realtà imbarazzante? Giudicando dai risultati, è certamente il maldestro tentativo di evitare la vergogna di scrivere che la grande squadra finalmente allestita a Lucca per lanciare il calcio femminile all’ombra delle Mura, con il prestigioso marchio della Libertas, ha perso 11 a zero la prima partita di campionato di serie C contro il San Marino, che non dovrebbe essere nemmeno una squadra eccezionale. Con questi undici, le reti al passivo della squadra sopracitata ammontano a 21 in tre gare ufficiali , una media discreta per una formazione che doveva ‘finalmente’ portare il calcio femminile serio a Lucca e che gioca addirittura al Porta Elisa, proprio quello stadio negato dai dirigenti rossoneri alle finali del torneo giovanile del Settembre Lucchese. Continuo a pensare che la nostra esperienza, che ci ha portato al quinto posto in B lo scorso anno prima di dover abbandonare la gloriosa storia dell’Acf Lucchese, sarebbe stata utile per fare crescere davvero il calcio femminile a Lucca. Probabilmente – conclude -, quando passeranno di moda certi atteggiamenti e si tornerà a mettere al centro lo sport e i suoi valori e non i discorsi, allora, forse, si potrà ricostruire qualcosa di serio e importante”.