Gli Warriors Lucca promuovono il baskin con gli studenti del liceo Passaglia

Iniziativa in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità grazie allo storico coach Gianluca Orsi
In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità istituita dalle Nazioni Unite nel 1981 per aumentare la consapevolezza, la dignità e o diritti delle persone con disabilità, gli Warriors Lucca sono scesi in campo insieme ad alcune classi del liceo Passaglia.
La presenza nelle scuole superiori è importante e offre grandi soddisfazioni e anche risultati. È integrazione e salute, ne beneficiano tutti, come prevede la filosofia del Baskin; anche chi non gioca attivamente, assiste ad uno scenario nuovo e trasformativo. Ragazzi e ragazze insieme, ragazzi con disabilità e ragazzi senza disabilità, condividono lo stesso campo, la stessa squadra, lo stesso obiettivo. Anzi, per vincere conta di più chi talvolta pensa di contare di meno.
Uno sport inclusivo? Il baskin non è solo uno sport ma un modo di stare nel mondo, un modo di vivere fuori e dentro la palestra. Per questo il valore sociale di portare il Baskin laddove sono i giovani, ovvero a scuola, è potenziato. Numerose ricerche si sono occupate di Baskin e hanno misurato gli esiti sulla sfera psicologica di chi lo pratica. Chi partecipa avverte un senso di benessere ed è motivato a profondere impegno sociale, divertendosi. C’è un fattore interessante nel Baskin che è quello della costanza alla frequenza, della tenacia e della determinazione che aumentano il senso di auto efficacia. Fare un canestro, dopo un’azione di collaborazione, è un’esperienza che dà una gratificazione diversa dal successo individuale. Oltre allo sviluppo emotivo e prosociale dell’individuo, la sensazione di vicinanza e di condivisione di gioie e traguardi migliora le competenze affettivo-relazionali e prosociali di chi ha una disabilità e di chi non la ha.
Il campo è uno spazio di ascolto. Ci si sente accolti, apprezzati e valorizzati per la propria unicità, perché oguno è diverso e la differenza significa abilità e specialità uniche. Ognuno diventa fondamentale per tutti. Molti giovani, che non conoscevano il basket, non avevano mai interagito con il baskin, sono rimasti affascinati e hanno deciso di proseguire. Dunque il baskin attua una vera e propria ‘rivoluzione culturale’, come riportano alcuni ricercatori. Essere visibili ed essere presenti nel tessuto educativo, sociale e culturale di una comunità rappresenta una sfida e apporta benefici a più livelli. Si apre la mente e si scorre di avere nuove emozioni. La gioia anche la frustrazione e l’insuccesso. Si sviluppa la capacità di attendere e favorire un’altra persona a realizzare un canestro, anche, quando sarebbe più facile farlo da soli. Si sviluppa competenza empatica, tolleranza e comprensione. E sappiamo bene come sia difficile, oggi, intercettare il mondo emotivo e la gratificazione prosociale dei giovani.
La squadra è condotta dallo storico coach Gianluca Orsi e da uno staff preparato e consapevole delle dinamiche anche relazionali che si innescano. Proprio la convenzione sui diritti delle persone con disabilità ribadisce l’equità: il principio di uguaglianza e la necessità di garantire alle persone con disabilità la piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società.
Ecco che il baskin realizza in pieno i principi compiendo un passo in avanti verso la legittimazione della persona nella vita quotidiana.
Il baskin è un luogo di decostruzione dell’abilismo che ancora oggi affligge la nostra società. Difatti compie un doppio lavoro perché consente di incontrare la disabilità da vicino e quindi educa anche chi la disabilità non la conosce e talvolta, senza rendersi conto, può sperimentare sentimenti di pietismo, di paura o di minaccia.



