Addio al Basket Le Mura. Rodolfo Cavallo: “Non ci è arrivato un aiuto concreto”
L’ex presidente: “Il motivo principale di questo epilogo è l’introduzione della figura del lavoratore sportivo che incrementa i costi delle giocatrici del 35 per cento”
Basket Le Mura, dopo la rinuncia alla serie A e il tramonto dell’ipotesi di cessione del titolo, anche a carattere gratuito, per giocare in un’altra categoria, il viaggio della società lucchese si ferma qui. A parlare all’indomani della fine di questa realtà attiva da 31 anni, è proprio Rodolfo Cavallo, l’ormai ex presidente del Basket Le Mura, che racconta come si è arrivati a questo epilogo.
“In questi mesi partendo da ottobre dell’anno scorso abbiamo iniziato a dialogare con tutte le associazioni e con tutte le persone eventualmente interessate a darci una mano, ma purtroppo devo constatare che un aiuto concreto alla fine non è arrivato. Purtroppo l’epilogo non è quello che avremmo voluto. Io ho insistito per mesi e per tempo perché si trovasse un gruppo di persone motivate a prendere le redini del Basket Le Mura ma questo purtroppo non è avvenuto. Il motivo principale è che dall’1 luglio è stata introdotta la figura del lavoratore sportivo, che incrementa i costi delle giocatrici del roster di circa il 35 per cento in più, quindi se noi lo scorso anno abbiamo avuto un budget di 450mila euro, quest’anno avremmo dovuto assolutamente avere a disposizione una cifra di 650-700mila euro”.
“Per quanto riguarda gli altri campionati – continua Cavallo – essendo lievitati i costi dell’A1 anche l’A2 che prima si poteva fare con circa 150mila euro, ora richiede, per fare un campionato dignitoso ma non di primo livello, circa 220-250mila euro. Non l’ultimo anno, ma il precedente, abbiamo giocato un campionato di qualità elevata. Abbiamo fatto divertire il pubblico, si è giocato il più bel basket di A1 femminile”.
“L’anno successivo, nella campagna abbonamenti, sapete quante persone hanno fatto l’abbonamento in una città come Lucca di 92mila abitanti? 60 persone. Questo è un segnale così negativo, così negativo che ci fa riflettere. Se noi dobbiamo rappresentare un problema per la città, perché non riusciamo a mettere le radici nei vari settori socio economici della città, noi questa domanda ce la dobbiamo fare: ma veramente interessa mantenere una A1 di basket a Lucca?”, conclude l’ex presidente.