Il Decreto Dignità costa alla serie A quanto Cristiano Ronaldo

Mondo del Calcio: ecco cosa cambia col Decreto Dignità
Secondo le analisi di Machine Slot Online una degli ultimi lasciti del Governo 5 Stelle-Lega costerà alle squadre Italiane oltre 100 Milioni di €

La competitività del calcio italiano viene costantemente paragonata a quella dei campionati con maggiore attrattività, rievocando l’epoca d’oro vissuta fino alla fine degli anni 90, quando l’Italia calcistica era ai vertici mondiali.
Da allora molte cose sono cambiate e l’ascesa di Premier League e Liga hanno relegato la Serie A a un ruolo subalterno, sia in termini di spettatori paganti che di fatturato dai diritti televisivi e merchandising. In particolare le squadre del campionato inglese nella stagione 2018-19 hanno incassato dai diritti televisivi la strabiliante cifra di 2,6 miliardi di euro, rapportati ai 1,15 della nostra massima serie.
Il risultato più evidente di questa supremazia inglese si è manifestata nella scorsa stagione in Europa, con entrambe le finaliste delle 2 maggiori competizioni continentali: Liverpool e Tottenham in Champions mentre Chelsea ed Arsenal in Europa League provenienti dalla terra di Albione.
Conseguenze del Decreto Dignità
Serie AIn questo contesto, il decreto dignità sembra una mazzata. Le squadre italiane non possono più contare sulle sponsorizzazioni del gioco d’azzardo legale ormai a partire dal 15 Luglio 2019, data di entrata in vigore effettiva del divieto per i contratti già in essere.
Le conseguenze dirette più evidenti le hanno avute Roma e Lazio con una perdita di 4,5 milioni di euro l’anno, costrette a interrompere i loro contratti di sponsorizzazione delle maglie da gioco con Betway e MarathonBet, mentre la Roma ha dovuto rinunciare anche ad un contratto che prevedeva ulteriori 15 milioni.
Investimento è la parola chiave
La Premier League, termine di paragone preso qui in analisi, riceve l’equivalente di 380 milioni di euro in questa stagione da sponsorizzazioni del comparto gioco d’azzardo legale, in Spagna 19 squadre su 20 hanno una sponsorizzazione con una società di gambling. Le squadre italiane hanno invece dovuto rinunciare a circa 100 milioni di euro, oltre che niente più spot in tv, sponsorizzazioni sulle maglie e cartelloni negli stadi per le agenzie di betting per allinearsi al Decreto Dignità.
Nella sessione di calciomercato appena conclusa le squadre di Serie A hanno speso 1,2 miliardi di euro (in realtà moltissimi derivanti da scambi per la creazione di plusvalenze) posizionandosi al terzo posto dietro Premier League (1,55 Miliardi) e La Liga (1,32 miliardi). Fuori dal podio seguono Bundesliga con 733 milioni e Ligue1 francese con 635.
Ma quanto valgono 380 Milioni di Euro nel Calcio di oggi?
Dando un’occhiata ai valori di acquisto dell’ultima sessione di mercato ed alle trattative sfumate all’ultimo. La pubblicità del gambling potrebbe consentire alle squadre italiane l’ingaggio di campionissimi del calibro di Neymar, Modric e Pogba? Provocatoriamente si potrebbe dire di sì, sebbene il percorso di recupero del calcio italiano passi anche da investimenti importanti nel prodotto Serie A.
Ma questi soldi potrebbero essere investiti in stadi di proprietà più moderni e comodi per richiamare il grande pubblico e una maggiore spettacolarità del gioco, con tatticismi meno esasperati, per dare un imprinting più europeo al calcio nostrano cosa che in realtà in queste prime giornate con diversi record di goals sembra esserci stato.
Aumentare l’appeal soprattutto sui mercati asiatici e americani è l’unica via percorribile per rinverdire i fasti di quello che già è stato il campionato più ricco e importante del mondo.