Motroni (Capezzano): “Serve capire come e quando ripartire per programmare il futuro”

Calcio e coronavirus, il responsabile del settore giovanile del Capezzano Pianore dice la sua
Emergenza coronavirus, Andrea Motroni, attuale responsabile del settore giovanile del Capezzano Pianore, interviene su quanto sta avvenendo nel mondo del calcio e su come e quando ripartire, senza tralasciare un pensiero al calcio ‘giocato’.
Siamo di fronte ad un continuo sovrapporsi di opinioni e decisioni in merito a come e quando ripartire con il calcio qual è il tuo pensiero su questo.
È innegabile che ci sia disorientamento nella base dei dirigenti e anche di atleti e genitori su come e quando ripartire e non si può certo dire che ci stia aiutando questa indecisione e continuo tira e molla tra gli stessi massimi dirigenti della Figc, delle varie leghe, del Coni e del ministero dello sport. Pur comprendendo le difficoltà e gli interessi che ruotano intorno allo sport e soprattutto intorno al calcio, credo che in questi momenti ci vorrebbe maggior condivisione con la base e coraggio nel prendere decisioni in particolare per il mondo del calcio dilettanti e giovanile che, già gravato da difficoltà economiche impreviste e difficili da superare, avrebbe bisogno di poter avere un orizzonte su cui muoversi per programmare una stagione futura.
Sarebbe cioè importante capire quando e come ripartire, ovviamente nel rispetto delle indicazioni sanitarie che ci verranno date e che dovranno essere tali da poter essere applicate anche nelle nostre realtà, questo non per voler a tutti i costi accelerare i tempi, ma perché ritengo ci sia davvero bisogno di buttarsi alle spalle quanto è successo e riorganizzare le idee per potersi riproporre ai nostri tesserati in un quadro economico totalmente diverso, sarà possibile farlo nel miglior modo possibile quanto prima ci verrà detto come.
Quindi suggeriresti di annullare tutta la vecchia stagione vanificando gli sforzi delle società che magari stavano raggiungendo obbiettivi per cui avevano sostenuto sforzi importanti?
Fin dall’inizio non mi ha mai innamorato questa discussione sul come finire la stagione, troppe prese di posizione sono poco obbiettive e condizionate dalle classifiche dei vari campionati. Credo che qualsiasi soluzione verrà presa sarà comunque penalizzante per qualcuno, nel caso venga annullata la stagione ovviamente chi era vicino al raggiungimento di una promozione si vedrebbe costretto a ripartire da zero, di contro cristallizzare le classifiche accrescerebbe il rammarico di chi magari sperava quell’obbiettivo di raggiungerlo nelle ultime giornate. L’altra ipotesi che ultimamente si sta facendo strada cioè quella di prolungare la stagione nei mesi di settembre, ottobre e novembre permetterebbe di finire i campionati sul campo, anche se è innegabile che non è facile ripartire dopo tanti mesi, e magari risolverebbe anche qualche problema economico come costi dei tesseramenti ed iscrizioni oltre a problematiche di “mercato” specialmente nel settore giovanile.
Questa ultima ipotesi è forse quella che avrei privilegiato, ma il comunicato del settore giovanile e scolastico con cui si dichiarano sospesi definitivamente i campionati giovanili nazionali, quelli dei professionisti per intenderci, e il successivo comunicato della Lega Pro che annulla il campionato Berretti credo che indichino una strada a cui i dilettanti difficilmente potranno sottrarsi.
Viste queste premesse e questi comportamenti, se vuoi un po’ contraddittori, da parte delle varie componenti della Figc cosa pensi sia opportuno fare a questo punto?
Alcune settimane fa avevo scritto una lettera aperta al presidente Mangini in cui avevo suggerito l’idea di realizzare una commissione rappresentativa delle società della regione per creare uno strumento di confronto e di supporto per l’intero movimento. Penso dovremmo ripartire da qui, leggo molte prese di posizioni di tanti dirigenti, c’è voglia di partecipare e di dare il proprio contributo per una ripartenza che possa a fronte di una grande tragedia dare lo spunto per riproporre con forza il grande valore sociale che ha il nostro movimento. In questo momento ci sono poi tanti strumenti per favorire il confronto e la partecipazione, ad esempio organizzare una videoconferenza invitando le società è sicuramente compito agevole con le moderne tecnologie. Le tante richieste da portare all’attenzione delle istituzioni statali, regionali e comunali oltre alle istituzioni sportive come il Coni e la stessa Figc avrebbero ancora più forza se frutto del contributo dell’intero movimento. Tutto quanto già portato avanti dal presidente Sibilia e tutto quanto già comunicato e attivato dal Presidente Mangini sono sicuramente un passo importante, ma ripeto credo ci sia davvero bisogno di un coinvolgimento e un coordinamento maggiore altrimenti si rischierebbe di non dare omogeneità alle decisioni che verranno prese.
Credi che le società siano mature per questo coinvolgimento che chiedi?
Fondamentalmente credo e spero di si, non è più il tempo per chi si impegna a fare il dirigente di una società di calcio di farlo senza la consapevolezza di quanto il proprio ruolo sia carico di responsabilità di ogni tipo. Certo ho ben chiaro che la passione è alla base di questo movimento e che non sono comparabili anche al nostro interno società che partecipano ad esempio con una squadra a campionati di terza o seconda categoria e società che hanno un movimento tra prima squadra e settore giovanile di più di trecento tesserati, allo stesso tempo però sono convinto che tutti devono fare lo sforzo di capire la realtà che ci circonda e di essere parte attiva di un movimento che se compatto può veramente smuovere le montagne.
Bene mi sembra chiaro il tuo punto di vista, per chiudere volevo ritornare un po’ a quello che ci piace di più il calcio quello giocato. Come ti sentiresti di valutare la stagione ad oggi e cosa pensi per il futuro.
Ti dirò che questa ‘vita sospesa’ che stiamo attraversando in questi giorni a volte mi fa sembrare così lontana la stagione 2019/2020, invece credo sia una stagione davvero ricca di soddisfazioni per me e per la mia società. Abbiamo attraversato un estate difficile nel creare squadre pronte ad affrontare gli impegni che i vari campionati elite e eegionali ci ponevano davanti, ma anche per dare continuità ad un lavoro tecnico di primo livello che dai ‘primi calci’ fino agli esordienti proseguisse quel marchio di fabbrica che contraddistingue il Cgc Capezzano da anni: formare giovani atleti, con l’obbiettivo che il bagaglio di conoscenze che i nostri ragazzi si portano dietro sia un patrimonio che li possa accompagnare nella loro crescita sportiva e non solo. I risultati ci hanno dato ragione: con la prima squadra che sta disputando un campionato di Prima Categoria da primi della classe, con i campionati élite e regionali dove abbiamo dimostrato di poterci stare da protagonisti anche contro società sicuramente più attrezzate economicamente di noi, con il campionato provinciale giovanissimi B abbiamo recitato un ruolo da protagonisti assoluti e con l’attività di base, in tante manifestazioni di livello nazionale e regionale abbiamo messo in mostra qualità tecniche di squadra ed individuali davvero soddisfacenti.
Per tutto questo non smetterò mai di essere grato a tutti i nostri ragazzi, ai nostri tecnici e alle famiglie che ci sono state sempre vicino. Per il futuro abbiamo cominciato un po’ a parlarne in società, ma ne riparleremo in maniera definitiva una volta che avremo indicazioni in merito come dicevo prima. La mia idea al momento sarebbe di ripartire con tutte le squadre che abbiamo in questa stagione confermando tutti i ragazzi e aggiungendo, se possibile, anche una compagine juniores che andrebbe a chiudere tutte le caselle, con la convinzione che questo sia come una sorta di impegno morale da parte nostra quasi idealmente a voler dare una seguito a questa stagione spezzata.