Il Tau Calcio ci riprova, il ds Dal Porto: “Il sogno rimane la serie D”

Gli amaranto pronti a una nuova annata di sfide. Campagna acquisti ambiziosa: “C’è l’incognita Covid ma non puoi allestire rose con 28 o 29 calciatori”
Quando arrivi da una stagione dove hai fatto bene, incuti timore, gli avversari hanno uno stimolo maggiore nell’affrontarti, sapendo che sei maggiormente nell’occhio del ciclone. Abbiamo girato queste constatazioni a Maurizio Dal Porto, direttore sportivo del Tau Calcio.
Cosa ne pensa?
“Sicuramente è così. Quella passata è stata una stagione particolare dove abbiamo centrato un buon risultato, quest’anno abbiamo cercato di migliorare la squadra e vedremo cosa succederà”.
Proverete a vincere?
“Vogliamo rimanere protagonisti, andando di pari passo con l’ambizione della società. Noi cerchiamo un consolidamento in questa categoria. Su trentasei squadre del campionato la metà si sono attrezzate. Tutte hanno cercato di rinforzarsi. Poi chi troverà più in fretta la formula giusta, un maggiore equilibrio e unirà il tutto a un po’ di fortuna, riuscirà a prevalere”.
Che girone si prospetta?
“Non sappiamo ancora dove verremo collocati. Massese, Zenith, Camaiore saranno squadre da rispettare, poi ci saranno formazioni non pubblicizzate che faranno bene”.
La società che obiettivi si è data?
“Il sogno sicuramente è la serie D, conquistarla farebbe in modo che molti giovani che abbiamo possano continuare a giocare con noi. È una società che non si illude non chiede tutto e subito, è ambiziosa e vuole centrare gli obiettivi ma senza strafare perchè nel calcio, come in tutte le cose, ci vuole equilibrio”.
Cristiani è stato una rivelazione come tecnico.
“In due anni con 36 partite giocate abbiamo deciso di confermarlo. È un allenatore che fa giocare bene le squadre, avrà margini di miglioramento essendo un allenatore giovane”.
Quali caratteristiche cercavate in sede di mercato?
“Abbiamo cercato di migliorare la squadra. Non sono arrivati giocatori funzionanti ad un solo sistema di gioco, vogliamo cercare di essere meno prevedibili o poter cambiare a partita in corso. Potrebbe essere un 4-2-3-1 oppure un 3-4-1-2 con Doveri alle spalle di due punte. Questo verrà valutato in base all’avversario”.
Geograficamente potete finire in un girone evitando il Livorno.
“Puoi evitarlo prima e trovartelo di fronte poi tra le vincenti dei tre gironi. C’è anche la Massese, sono piazze importanti se fanno parte del tuo girone bisogna accettarle e giocarsela con serenità e ambizione. Non è matematico che il Livorno vinca il campionato, prima di tutto deve giocarlo”.
In sede di acquisti la vostra è stata una campagna importante?
“Sì, ma non faraonica. Mengali è tornato dalla Pianese, a Doveri è piaciuto l’ambiente, Borgia dopo la vittoria con il Cascina voleva vivere un altro campionato da protagonista, Filieri è tornato dall’Aglianese e Amorusi dal Prato”.
Cristiani è un allenatore che non si pone problemi a gettare i giovani nella mischia. È una prerogativa oppure un’imposizione societaria?
“È una condivisione di idee che fa parte anche della politica societaria. Vedrete che i nostri 2004: Quilici, Manfredi e Di Biagio, tanto per fare degli esempi, troveranno spazio”.
Si riparte sotto la spada di Damocle del Covid.
“Ci sarà anche l’incognita degli infortuni ma con i protocolli che ci sono si rischia di perdere un giocatore per due settimane. È evidente che un’eventuale perdita di giocatori cardine diventa difficile da rimpiazzare. Non puoi allestire rose con 28 o 29 calciatori, non è sostenibile nè per la società, a causa dei costi e neppure per la gestione del gruppo per un allenatore”.
Oggi firmerebbe per arrivare ai tempi supplementari di una semifinale playoff come lo scorso anno?
“Razionalmente dico di sì. Però mi piacerebbe vincere il girone ed andare oltre. Non accontentarsi oggi per non dover rammaricarsi poi”.