Campionati dilettanti, Dianda (Lammari): “Playoff fra le squadre che lottano per il titolo”

La proposta per la conclusione dei tornei: “Ripartire? Sarà comunque difficile”
Stefano Dianda, all’interno del Lammari, ha un doppio ruolo. È allenatore della squadra juniores ed è il collaboratore di Diego Di Mauro alla guida della prima squadra. A lui abbiamo chiesto qualche sensazione in questo momento di stop ai campionati.
Al momento c’è una calma totale…
“Se dovesse ripartire tutto cambia. Ma ripartire non sarà facile. L’aspetto psicologico e psicofisico rivestono un’importanza fondamentale. Posso capire nei dilettanti dove ci sono squadre che hanno investito per centrare il salto di categoria. Magari quando decideranno di far ripartire i campionati vorrebbe dire che questa emergenza è finita. Un’idea sarebbe far disputare i playoff a quelle squadre che stanno giocandosi la stagione.”
E i playout.
“La stagione si sarebbe conclusa il 5 aprile. Se a partire dalla Seconda fino all’Eccellenza decidessero il prossimo anno di portare il campionato da 20 a 22 squadre cosa cambia? Il campionato anziché terminare il 5 aprile finirebbe due settimane dopo. Non lo vedo un problema insormontabile. È un mio pensiero”.
Parla così perché il Lammari con la prima squadra è in ultima posizione?
“Quando sei ultimo in classifica vuol dire che i problemi ci sono. Questa è stata una stagione particolare. In questa fase di emergenza mondiale non vedo però altre grandi soluzioni”.
Ora i ragazzi sono chiusi in casa, come possono allenarsi?
“Io ho consegnato loro un programmino nel quale sono previste corse, con vai e torna, cambi di direzione. Ma quando riparti e se riparti non è possibile sapere in quali condizioni trovi il gruppo”.
Ipotesi, il 3 aprile viene deciso di far ripartire l’attività agonistica
“E secondo voi il giorno dopo si torna in campo? Non è così, passerà ancora un altro po’ di tempo. In Promozione mancano 5 giornate alla fine, poi ci sarebbero da disputare playoff e playout. Facciamo l’ipotesi che a maggio si torna tutti in campo anche con le squadre juniores. Magari questo sarà un mese dove il caldo inizierà a fasi sentire. In squadra ci sono ragazzi che la mattina lavorano: chi fa l’imbianchino, chi lavora sul muletto, chi fa il muratore. Dopo una giornata in cui il caldo si è fatto sentire in quali condizioni arrivano all’allenamento, rischiano di farsi male. Magari nelle rose di qualche squadra ci sono tutti ragazzi che fanno gli avvocati o studiano. Non credo che il 3 aprile avremo delle certezze assolute”.
Si spieghi meglio…
“Pensate che in quella data ci viene detto che il coronavirus è stato debellato? Io penso alla salute dei ragazzi. Questo è un virus che va dove vuole. La stessa salute è messa a repentaglio anche se dovesse riprendere l’attività. Torni ad allenarti e metti caso qualcosa succede. Si rischiano sanzioni penali. Siamo davanti ad una guerra mondiale senza bombe”.
Eventualmente si ricorre ad una nuova preparazione.
“No, perché non ha senso. Posso capire gli interessi che ci sono da un punto di vista professionistico, con le strutture che ci sono per allenarsi. Ma qui è un altro mondo. La Lega dilettanti queste problematiche dovrebbe farle presente alla Figc”.
Gli scenari sono i più disparati…
“Non voglio offendere nessuno. Ho giocato una vita al calcio. Ma la cosa fondamentale è e resta la salute. L’importante è non costringersi a giocare per forza”.
E nei campionati giovanili come si comporterebbe?
“Anche qui giocherei i playoff tra 4 o 5 squadre senza retrocessioni. Mi sbaglio o un paio d’anni fa per una serie di vicissitudini non ci fu nessuna squadra retrocessa in Lega Pro, a causa di fallimenti? Questa è un emergenza mondiale, guardiamo di venirne fuori ma pensiamo alla salute prima di tutto”