Vichi: “Stop alla trattativa? C’è grande delusione. Adesso ripartiamo da zero”
Il presidente della Lucchese: “Siamo stati un mese fermi, ma massima fiducia in Deoma. Il futuro? Verranno riprese altre trattative”
“La trattativa con la cordata australiana? Niente faceva presagire che ci fossero problemi. Oggi dobbiamo rimboccarci le maniche e ripartire da zero”. Sono queste le parole del presidente della Pantera, Alessandro Vichi, che è tornato a far luce sulla situazione societaria dopo lo stop a sorpresa della trattativa con la cordata australiana capitanata da Nicky Scali.
Il presidente della Pantera risponde alle polemiche: “È giusto e doveroso mandare un messaggio univoco ai tifosi della Lucchese e tutta la città di Lucca – esordisce Alessandro Vichi -. Un commento che, dopo le tante falsità lette in questi giorni, rispecchi la realtà dei fatti. È bene ricordare i passaggi degli ultimi giorni e ci tengo a dire che siamo i primi ad essere fortemente colpiti dall’esito negativo della trattativa. Venerdì ci è arrivata una Pec dal signor Scali che all’improvviso ha percepito che è scoppiata la guerra in Ucraina e che esiste una pandemia, a quanto pare scoppiata a giugno. Ha deciso così di interrompere una trattativa nata a febbraio e di fatti chiusa. Niente faceva presagire che ci fossero problemi, forse un domani capiremo realmente i motivi di una scelta che ci ha disarmato. È ormai da un mese che siamo bloccati, il nostro lavoro è rimasto fermo sia nella riorganizzazione della società sia nella parte tecnica. Oggi si riparte da zero. Siamo in grossa difficoltà e lunedì prossimo parte il raduno (a Corfino ndr). Siamo totalmente nelle mani del nostro ds Daniele Deoma, che da sabato è tornato al lavoro al 120% per colmare le lacune, che purtroppo non sono dipese da noi. Ci era stato dato l’input tassativo di non fare mercato (riferendosi alla cordata australiana ndr) e il primo membro non gradito era il nostro ds. La cordata aveva già pronto un nuovo direttore sportivo e e nuovi giocatori”.
“Noi siamo stati corretti fino all’ultimo secondo -prosegue Vichi -. Ci fanno molto piacere le parole di Nicola Alvaro, che sarebbe dovuto essere il futuro Ad. A lui facciamo un plauso perché questo commento non era dovuto, ma ha dichiarato quella che è la verità. Anche lui è rimasto al palo. Su di lui niente da dire, su altri professionisti legati alla cordata australiana, invece, meglio non commentare. Adesso dobbiamo andare avanti, ma questa trattativa ne ha pregiudicate altre, che però avevano alcune lacune. Sulle idee progettuali il gruppo Scali aveva tutte le carte in regola. Altre trattative sono saltate man mano che si avvicinavamo a giugno, ma non per richieste economiche o perché qualche socio voleva mantenere la poltrona. Il nostro obiettivo è quello di cercare una compagine perfetta per la città di Lucca, che dia un futuro alla Lucchese. No cerchiamo il solito soggetto che vuole speculare”.
“Noi non perdiamo la speranza – prosegue Vichi -, ma al momento non possiamo dare più di quello dato fino ad oggi. Verranno riprese altre trattative, che potranno concludere nel brevissimo o più avanti. Noi intanto abbiamo presentato la fideiussione e fissato il ritiro, speriamo che da qui a sabato di dare un nome all’allenatore e allo staff per la prossima stagione. Una cosa è bene ribadirla: ogni decisione è sempre stata presa a quattro teste, tutto il resto sono cavolate. Io come presidente sono sempre l’ultimo che dà parere e voto. Sono sempre decisioni unanimi. Per evitare confusione, da oggi tutta la parte tecnica della società sarà affidata a Daniele Deoma, l’organizzazione interna e la ricerca di sponsor a Mario Santoro e tutto quello che riguarda trattative e nuovo stadio al sottoscritto. Bruno Russo? Non è qui per problemi familiari, ma continuerà ad essere un socio della Lucchese. Ma dovrà capire che certe trattative devono essere condotte da chi è deputato. Bruno è una bandiera della Lucchese, ha dato l’anima per questi colori e deve continuare a collaborare con noi. Da oggi si riparte da dobbiamo abbiamo finito, dal 30 aprile. Ci rimbocchiamo le maniche, anche se partiamo con un mese di ritardo. Ma Daniele Deoma ha già dimostrato lo scorso anno che può fare grandi cose con poco tempo. Non c’è da strapparsi i capelli, però la città deve essere consapevole che più di così (riferendosi ai palyoff dello scorso anno ndr) non possiamo fare. Per quello che offre la città, la Lucchese deve fare il campionato di Lega Pro lottando per alte posizioni, ma non si possono sognare categorie più alte“.
Il presidente torna a ripercorrere le tappe della trattativa con la cordata australiana: “Ho iniziato ad avere le prime perplessità quando ci eravamo dati un lasso di tempo per fare la new diligence, ovvero dieci giorni. Ma i nostri uffici hanno lavorato da maggio fino a poco fa. Qualche dubbi mi è venuto quando i nostri uffici, alle richieste presentate dalla cordata, mi dicevano: ‘Ma io questo documento l’ho già mandato tre volte’. C’era qualcosa che non andava, anche perché il lavoro da fare su un’azienda calcistica nata nel 2019 è molto breve. Finita la new diligence, ci è arrivata un’email con la richiesta di ulteriori 24/48 ore di tempo, poi è arrivato il comunicato del signor Scali che ormai tutto sanno”.
Il presidente Vichi fa luce sul capitolo debiti: “Il capitale sociale? Abbiamo sanato l’indice di liquidità con soli 6mila euro, altre hanno dovuto sanare con 800mila euro. Eppure qualcuno dice che siamo superindebitati. E sì, c’è in progrmama un aumento del capitale sociale di concerto con il sindaco revisore. I debiti? C’era un accordo con la famiglia Scali, ovvero di impegnarsi a chiudere la trattativa se il debito non avesse superato 1,6 milioni di euro. Avrebbero accettato anche 1,7 milioni. Le due diligence, una di Scali e una della Lucchese, coincidono: l’indebitamento è molto meno di 1,6 milioni. Siamo una società virtuosa e questi numeri ne sono la conferma: 500 mila euro di debito provengono dal finanziamento del credito sportivo. Ci sono 6 anni per restituirli, con 2 anni di preammortamento, La prima rata è a giugno 2023 e stiamo parlando di rate mensili da circa 11mila euro. Altri 500mila circa sono Inps, Inail, Iva e Irpef con dilazioni nel tempo, perché abbiamo sfruttato le leggi in vigore. Un milione di debito, quindi, ma gestibile tranquillamente in 5/6 anni. Il monte stipendi? Si parla di 1,2 milioni lordi. I crediti della Lega? In un anno siamo intorno a 800mila euro. Per fare la Lega Pro a Lucca servono 2 milioni di euro, compreso il settore giovanile. Sono fondamentali gli sponsor, noi abbiamo già fatto un grosso sacrificio pagando con i nostri soldi (riferendosi a lui, Deoma, Russo e Santoro) la fideiussione”.
Capitolo addio di mister Guido Pagliuca, il presidente Alessandro Vichi si toglie alcuni sassolini dalla scarpa: “Ho letto tanti commenti ma la realtà è una sola e Pagliuca, se vuole, potrà smentirla. Avevamo tanta, tantissima fiducia in mister Guido Pagliuca, nel suo ottimo lavoro sul campo. Gli abbiamo anche fatto un contratto biennale con innalzamento economico e ha lavorato a stretto contatto con ds e staff fino a due giorni prima dell’annuncio dell’addio. Non c’era nessun sentore che potesse mollare, ha lavorato per costruire il futuro della squadra. Niente da dire se fosse arrivata una grande opportunità, ma Siena non vale più di Lucca. Ed è bene chiarire una cosa: il mister (a differenza del ds ndr) non era stato scartato dalle cordate, compresa quella australiana. Anzi, fin dall’inizio era stato deciso che il mister sarebbe stato Pagliuca. Aveva tutte le garanzie che sarebbe rimasto a Lucca. Ma ha deciso di andare al Siena. Avevo chiesto a Pagliuca una cortesia, ovvero di dare un ultimo saluto alla città e ai tifosi, ma ha detto che non era il caso. Ma, nonostante tutto, gli auguro tutto il bene di questo mondo e che possa far bene con il Siena. Ripeto, Pagliuca è stato voluto e protetto, ma ha scelto altri“.
Un’ultima battuta sul futuro della Pantera: “Ci sono ancora situazioni in piedi e le prenderemo in considerazione con calma – informa Vichi -. Adesso dobbiamo ripartire da zero, vanno riallacciati anche i rapporti con gli sponsor. Il nuovo stadio? Il progetto va avanti senza retrocedere di un millimetro. Gli australiani hanno voluto che il documento fosse modificato, riservandosi il diritto di partecipare o meno al progetto. Utilizzarlo sì, ma senza alcun intervento. Stessa cosa vale per Saltocchio. Lo staff futuro? Vediamo, ci saranno tante conferme, situazioni familiari permettendo. Stefano Fracassi? Ci piacerebbe che continuasse il percorso con noi, ci ha dato un grosso apporto”.