Lucchese, stipendi non pagati: sarà -4. Gorgone: “Siamo soli. Longo? Non mi ha mai risposto”
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Lo sfogo del mister dopo la vittoria contro il Perugia: “Una situazione scioccante e umiliante. Lucca si merita persone oneste”. Il dg Veli: “Il presidente Longo è dimissionario da 2 giorni e non risponde nemmeno a me”
È da poco scoccata la mezzanotte e niente è stato pagato, la festa per la bella vittoria per 2-1 al Porta Elisa si è trasformata presto in rabbia in sala stampa. Una situazione a dir poco surreale quella che si respira in casa Lucchese, con tutti gli stipendi dei dipendenti (ben tre mensilità) che non sono stati pagati alla scadenza.
Manca ancora l’ufficialità, ma la Pantera riceverà 4 punti di penalizzazione in classifica. A fare il punto sulla tragica situazione in casa Lucchese è ancora una volta il mister, Giorgio Gorgone, che dopo la vittoria sul Perugia si è sfogato in sala stampa.
“Gli stipendi ad oggi non sono stati pagati e non credo che verranno pagati da nessuno – ha affermato -. Non c’è nessuno, la società non c’è. Questa società è stata venduta alla Sanbabila srl e in questi giorni ho fatto qualcosa che non mi competeva dopo che per un anno e mezzo ho fatto finta di niente. Il presidente Longo a me non ha mai risposto al telefono: volevo avere delucidazioni, ma niente. Poi la Sanbabila è stata venduta alla Slt di Sampietro che mi ha risposto solo una volta. Sapete cosa mi ha detto? Che non era tenuto a parlare con me perché vanno rispettate le gerarchie. Lui però era tenuto a pagare gli stipendi. I ragazzi se non vengono pagati non riescono a pagare gli affitti. Dopo quella breve conversazione non mi hanno più risposto. Io non ho più padroni, i padroni ormai siamo noi. Spero che possa avvenire un miracolo, ma tutto ciò è scioccante. Avvengono delle cessioni di società come se niente fosse. Come mai società srl con 20mila euro di capitale entrano in gioco: è poco rispettoso, guadate a ciò che accade a Taranto e Torre del Greco”.
“Noi ce la giocheremo con tutti, anche a -1, -2 o -4 punti in classifica – prosegue Gorgone -. Sarà complicato, ma abbiamo bisogno della vicinanza delle persone. L’aspetto emotivo sposta tanto, oggi questa squadra non ha padroni. Non c’è nessuno. Io sono dipendente di chi? Di chi non paga? Avevamo valutato di rinunciare per il bene della squadra e della Lucchese. Non sappiamo cosa fare, stiamo aspettando un bonifico. Sono molto fiero di questa squadra, questo lo voglio sottolineare con forza. È un vero peccato, a partire da chi ha millantato e alzato le aspettative. La questa squadra è in sofferenza da ottobre, da quando Bulgarella non c’è più stato a causa delle sue condizioni di salute. Questa squadra, è giusto dirlo, era in vendita da settembre. Io i chiodi li ho portati e anche la croce, però poi contano i fatti. La società è stata venduta a dicembre ad un canadese che aveva versato una caparra. Poi è saltato tutto. I giocatori a Lucca non arrivano, ringrazio di cuore chi è venuto a gennaio. Se domani arriva qualcuno e paga sono contento per i giocatori e per la Lucchese. Se non arriva nessuno andiamo avanti, anche a piedi. Ora entra anche il problema delle trasferte. Oggi sono fiero di essere rimasto in questo posto e rimarrò fino alla fine. Prima di buttare la spugna faremo di tutto. Non vogliamo fare le vittime, ma bisogna essere chiari: si paga o non si paga? Questo mondo è semplice: c’è un’azienda con i dipendenti e vanno pagati. Spero che qualche anima buona possa fare qualcosa. Lo sport è bello, ma ormai il calcio è diventato un circo in cui vale tutto. C’è stata una doppia cessione in 31 giorni e nessuno ha tirato fuori 1 euro. Oggi in cassa ci saranno 200 o 300 euro. Questo posto ha bisogno di persone oneste e che facciano le cose per bene. Non bisogna raccontare qualcosa che non siamo. Noi, lo ripeto, siamo da soli. Per me questa stagione non è fallimentare, oggi la Lucchese è salva matematicamente. Sono molto dispiaciuto della situazione. Lo Faso? Io ho chiesto un aiuto, l’ho chiamato. Non dico altro. Non mi hanno risposto solo Sampietro e Longo. Non possiamo dire che siamo ricchi e poi abbiamo una casa di 40 metri quadrati. Si è continuato sempre a nascondersi. Le persone che lavorano e i tifosi vanno rispettati”.
“È stato scioccante e umiliante chiamare le persone 3-4 volte e sentire il telefono che squilla a vuoto – tutta l’amarezza di Gorgone -. Lucca è una bella città e in cui la gente vorrebbe fare calcio. Alla squadra ho detto: se noi continuiamo così, ci si può salvare. Mi sono informato su tutte le questioni societarie perché ho dovuto, sono stufo di sentire raccontare le cose da persone di cui non mi fido. La Lucchese comunque non è una società devastata, la squadra si può tirare fuori e poi trovare qualcuno per salvarci”.
Un quadro decisamente drammatico – e che parte da lontano – quello descritto da mister Giorgio Gorgone in sala stampa. Accanto a lui il direttore sportivo Claudio Ferrarese, richiamato dopo l’esonero a sorpresa. Il mister e i giocatori, a dimostrazione del legame con i colori rossoneri, si erano anche resi disponibili a rinunciare allo stipendio pur di sostenere la Lucchese.
L’unico a metterci la faccia della nuova società – ovviamente assente al Porta Elisa – è il direttore generale Riccardo Veli. Il dg ha dichiarato di non aver ricevuto alcuno stipendio e non riesce più nemmeno a contattare Giuseppe Longo, così come Bui e Sampietro (non ha più ricevuto notizie dall’incontro di martedì). Anche le Pec sono andate a vuoto. Proprio sul presidente Longo è emersa una novità: “Da due giorni è un presidente dimissionario”.
La situazione resta a dir poco delicata e adesso si creerà anche il problema dei viaggi per le trasferte. Il tutto in attesa di capire chi sborserà i soldi per pagare gli stipendi (Longo se ne è andato ndr) e tutto ciò che serve per portare avanti una società di calcio come la Lucchese.