Lucchese, nessun salvagente all’orizzonte. C’è un mese per evitare il fallimento

La procedura ha dato il via al conto alla rovescia sulle sorti della società. Mancini non avrebbe intenzione di passare la mano
Un altro giorno è andato e, come era facile prevedere, nessuna novità si è palesata a diradare le nubi intorno alla Lucchese. Niente, neanche sul fronte informale, che possa far pensare da qui a breve ad una inversione di rotta e a possibilità di salvezza del club, destinato al fallimento.
Nessuna novità per il revisore dei conti Liban Varetti, oggi all’estero e comunque non raggiunto da novità sostanziali, meno che mai sul fronte del pagamento degli stipendi dei giocatori, sempre più in crisi. Nessuna novità neanche dall’amministratore delegato, Nicola D’Andrea che è ancora nel suo ruolo, in attesa di conoscere novità o sul fronte della procedura fallimentare o dall’attuale proprietario, Benedetto Mancini che, secondo quanto ha affermato lo stesso ad negli ultimi giorni, non avrebbe la volontà di cedere la SanBabila Srl e quindi la Lucchese.
La parola, però, a questo punto deve essere presentata nell’ambito della procedura avviata dai giocatori e dal revisore dei conti Liban Varetti con la firma dell’avvio della procedura fallimentare. È Giulia Ricotti la giudice incaricata del fascicolo, con l’udienza prefallimentare fissata per il 13 di maggio. I tempi, adesso, stringono davvero, al di là di quello che dirà il campo, fra salvezza e playout. Entro un mese si capirà se prosegue la gloriosa storia rossonera fra i professionisti o se si dovrà ripartire, va capito come e in che forma, da categorie inferiori.
Da oggi deve partire, per chi lo volesse, una concreta mobilitazione per salvare la società e costruirne il futuro.