Stabilimenti balneari a Marina di Pietrasanta, M5S attacca dopo la vendita del Blue Beach

8 gennaio 2016 | 09:04
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Stabilimenti balneari a Marina di Pietrasanta, M5S attacca dopo la vendita del Blue Beach

“Apprendiamo dalla stampa che una multinazionale americana in questi giorni ha acquistato la concessione dello stabilimento balneare Blue Beach di Marina di Pietrasanta e che la trattativa sia stata fulminea. Verrebbe da pensare che i due soci, Mr Penrod e il carrarino Vanelli o sono pazzi o sono dei geni, come d’altra parte lo deve essere la sigla Barilla che tre anni fa a Forte dei Marmi pagò 3,5 milioni per la concessione del bagno Piemonte, rase al suolo tutto e ricostruì di sana pianta lo stabilimento”. Lo sostiene il Mouvmento Cinque Stelle di Pietrasanta. “Pazzi perchè sul comparto incombe la direttiva servizi 123 dell’Ue, detta Bolkestein, che già dal 2006 ricorda, inascoltata, che l’Italia si adegui alla normativa europea in materia di libertà di stabilimento delle imprese sul territorio comunitario ed al principio di libera concorrenza e prevede che le concessioni vadano all’asta e non rinnovate automaticamente sempre agli stessi, come in qualsiasi altro paese civile. O forse genio perchè evidentemente sa cose che noi non sappiamo”.

“Quindi, lo scorso 24 novembre – prosegue M5S -, abbiamo visto molti comuni della costa toscana deliberare in fretta e furia la sdemanializzazione della fascia costiera facendo una ricognizione del demanio marittimo ed individuando un nuovo dividente demaniale che comprenda anche gli stabilimenti balneari con le rispettive strutture e in qualche caso anche 10 metri di spiaggia come a Forte dei Marmi con la dg 303 del 26 novembre 2015. Il motivo, come si evince dal testo di Pietrasanta con la dg 256/2015, votata in assenza di sindaco e vicesindaco forse per scongiurare il palese conflitto di interessi, sarebbe “evitare certi appetiti speculativi” senza però farne nome e cognome. Per noi è solo l’ennesimo tentativo per privatizzare definitivamente la spiaggia. Sempre sulla stampa si legge invece che Mallegni si feliciti della vendita del Blue Beach e anzi ne rivendichi in qualche modo la paternità grazie alla serietà e alla fiducia che la sua amministrazione infonde negli investitori”, cita il movimento Cinque Stelle. “Delle due una – si aggiunge -, o ci si preoccupa per gli appetiti speculativi o ci si rallegra, non c’è via di mezzo, o forse qualche multinazionale è meno multinazionale delle altre? Ma dove sta la coerenza di questa amministrazione? Viene quasi da pensare che la vera preoccupazione non sia quella di perpetuare il famoso “genius loci” e la “tipicità balneare versiliese” ma solo ed esclusivamente quella di permettere ai soliti noti di continuare a detenere in ostaggio una concessione pubblica, come da 100 anni a questa parte contro tutto e tutti, in attesa del prossimo Mr Penrod o Sigra Barilla di turno sperando di far cassa. Non contento il nostro primo cittadino il 16 dicembre , sempre astenendosi assieme al vicesindaco dalla votazione, emana un altra delibera di giunta la 284/2015 con cui interpretando, secondo noi, la normativa e giurisprudenza nazionale e comunitaria “ad categoriam” decide che con 590 euro e due marche da bollo da 16 euro si possa rinnovare la concessione non più per 6 ma addirittura per 20 anni, una media di 30 euro l’anno quanto due pizze e due birre, tanto per capire il valore che si dà al alcune cose. Allegata alla domanda per il rinnovo della concessione ventennale si dovrà presentare un riepilogo degli investimenti effettuati o in alternativa un piano finanziario di investimenti con cui in base a specifici coefficenti verrà assegnata la durata esatta della concessione. Potrebbe infatti bastare investire nei prossimi anni poco meno del doppio del volume di affari della media degli ultimi due anni”.