Fallimento Viareggio Carni, prosciolto “prestanome”

3 febbraio 2016 | 11:24
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Fallimento Viareggio Carni, prosciolto “prestanome”

Un proscioglimento e un rinvio a giudizio. Si è chiusa così l’udienza preliminare per il fallimento della Viareggio Carni nel 2010.

Le ipotesi di reato per Claudio De Lucia e Umberto Muccari, i due imputati le cui posizione risultano indipendeti per molti aspetti l’una dall’altra, che sono emerse durante le indagini preliminari erano di bancarotta fraudolenta, patrimoniale e documentale e simulazione di reato. Protagonista della brutta vicenda che per mesi lo ha tenuto con il fiato sospeso è De Lucia che dagli atti al momento del crack della società risultava amministratore senza esserne di fatto mai stato informato e senza conoscere nessuno dei soci. La difesa dell’avvocato Eleonora Romani, infatti, è riuscita a dimostrare proprio che il suo assistito non era stato mai informato del suo ruolo di amministratore e per il quale aveva sporto una querela di parte ai carabinieri. Quindi, per estensione, non aveva mai fatto il prestanome per la società come ipotizzato in un primo momento. Proprio da questa querela di parte per il De Lucia era scaturita in fase di indagini preliminari l’ipotesi di simulazione di reato. Alla verifica delle carte della società però la posizione del De Lucia si è chiarita proprio davanti al giudice dell’udienza preliminare Silvia Mugnaini, perché risultava che dai verbali in cui era stato nominato amministratore all’assemblea del cda non era presente nessuno dei soci, se non uno la cui firma però è risultata diversa da quella autentica e che de Lucia non aveva mai firmato atti relativi all’amministrazione della società. In aula è emerso anche che il verbale di nomina era stato depositato in Camera di commercio dopo il fallimento della società, ovvero dopo il febbraio 2010. Secondo quanto emerso durante il dibattimento dell’udienza preliminare inoltre De Lucia non era mai stato informato della sua nomina da parte del cda, anzi addirittura sarebbe venuto alla luce che nessuno dei membri della società lo aveva mai visto o conosciuto. Insomma una situazione paradossale che ha smontato quanto ipotizzato dal pm nelle indagini e per la quale De Lucia adesso chiederà che sia fatta chiarezza per capire come il suo nome possa essere finito nelle carte della società. L’udienza preliminare, invece, si è conclusa in modo diversa per Muccari per il quale il prossimo 4 marzo si aprirà il processo.