Finder, nuovo no dell’azienda agli ammortizzatori sociali

4 marzo 2016 | 12:36
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Finder, nuovo no dell’azienda agli ammortizzatori sociali

Si chiude con un mancato accordo la prima fase della procedura di mobilità per la chiusura dello stabilimento di Querceta della Finder, con l’azienda decisa a cessare l’attività.

“Anche nell’incontro svoltosi lunedì scorso presso la Presidenza della Regione Toscana, alla presenza del consigliere Gianfranco Simoncini e del sindaco di Seravezza Ettore Neri, l’azienda ha voluto rimarcare la propria fermezza e la propria contrarietà anche ad attivare gli ammortizzatori sociali – denuncia la Fiom in una nota –  Ammortizzatori sociali che avrebbero la finalità, secondo le richieste del sindacato e della Regione Toscana, di traguardare la possibilità di un passaggio di consegne che dia continuità al lavoro a Querceta, rispetto al quale i negoziatori di Finder non si sono detti contrari”. La ricerca di un eventuale nuovo soggetto industriale richiede dei tempi non così stretti, ma l’azienda tira dritto. “Come sindacato proseguiremo nei tentativi di elevare la discussione ad un livello nazionale, affinché sia valorizzato il lavoro svolto nei due rami del Parlamento dalla senatrice Sara Paglini e dalla deputata Martina Nardi. Il governo nazionale deve essere coinvolto in un tentativo di salvataggio industriale, pena la perdita non solo dell’occupazione, ma anche di un patrimonio di competenze che se venisse disperso rappresenterebbe un forte impoverimento soprattutto del territorio di cui l’amministrazione comunale ha ben compreso il peso. Si apre quindi una nuova fase di trattativa presso la sede istituzionale della ex Provincia di Lucca e nei prossimi giorni, è auspicabile che le verifiche in corso portino a nuovi incontri, in sedi formali ed informali dei quali renderemo nota ogni possibile opportunità emergesse per salvare il lavoro e l’occupazione alla Finder di Querceta”.