Gravidanza e antibiotici, uno studio mette in guardia sul rischio broncospasmo

9 marzo 2016 | 12:50
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Gravidanza e antibiotici, uno studio mette in guardia sul rischio broncospasmo

Gli antibiotici usati nel terzo trimestre di gravidanza aumentano il rischio di broncospasmo nell’infanzia, secondo una ricerca italiana pubblicata sulla rivista scientifica mondiale, l’European Respiratory Journal. Il broncospasmo (o wheezing, sibili e fischi al torace) è una condizione frequente nel lattante e nel bambino piccolo, dato che colpisce quasi un bambino su 10.

L’effetto degli antibiotici assunti in gravidanza è molto dibattuto. Tra i coordinatori dello studio anche il dottor Luigi Gagliardi direttore della Pediatria dell’ospedale Versilia.  Gli autori della ricerca hanno esaminato oltre 3500 mamme e i loro bambini, della coorte “Ninfea” e hanno valutato l’assunzione di antibiotici in gravidanza nel primo e terzo trimestre, e la frequenza di broncospasmo nei bambini fino all’età di 18 mesi. Essi hanno valutato anche molti fattori detti “confondenti” che potrebbero spiegare l’aumento di rischio di broncospasmo trovato nei figli delle mamme che hanno assunto antibiotici, compresi  l’età, la scolarità, l’abitudine al fumo, l’uso di altri farmaci, le infezioni durante la gravidanza e la condizione di asma nella mamma, e la presenza di altri fratellini, e hanno poi condotto una rigorosa analisi statistica. I risultati non hanno dimostrato nessuna evidenza di associazione tra uso di antibiotici nel primo trimestre e broncospasmo, una volta tenuto conto dei fattori elencati sopra. Viceversa, l’eccesso di rischio di broncospasmo persisteva nei figli delle mamme che avevano assunto antibiotici durante il terzo trimestre.
“I nostri risultati – spiega Gagliardi – dimostrano che buona parte dell’aumento di rischio di wheezing nei figli di mamme che hanno assunto antibiotici in gravidanza in verità è dovuto alle condizioni materne che hanno condotto all’uso dei farmaci, in particolare le infezioni materne, e non agli antibiotici stessi. Tuttavia anche l’ampio numero di fattori esaminati non è stato in grado di spiegare l’aumento nel caso in cui la mamma assuma antibiotici durante il terzo trimestre. Questo risultato è molto importante dato che il broncospasmo ricorrente nel bambino è un condizione importante che può essere legata a problemi respiratori futuri. Il meccanismo ipotizzato è quello che l’uso di antibiotici modifica la flora batterica intestinale materna, e questo può modificare la risposta immunitaria del bambino rendendolo più suscettibile alle infezioni. Sulla base di questo e di altri dati, riteniamo che sia necessario eseguire ulteriori ricerche sul questo argomento, visto l’impatto del broncospasmo sulla salute infantile e poi adulta”. “I nostri risultati non devono scoraggiare dall’uso di antibiotici quando c’è una vera necessità medica – aggiunge – Nel nostro studio noi vediamo che anche le infezioni materne aumentano il rischio di broncospasmo indipendentemente dal fatto di essere trattate con antibiotici o meno. A questo punto dobbiamo ricordarci che quando gli antibiotici sono realmente necessari, fanno più bene che male, per cui devono essere prescritti alle donne incinte anche nel terzo trimestre, se esiste un’indicazione appropriata. Dovrebbero però essere usati per la durata più breve possibile”.