


Due tonnellate di prodotti ittici sequestrate, e 85mila euro di sanzioni di cui 20mila sulla costa della provincia di Lucca. Nella Toscana centro-nord le attività raggiunte da sanzioni per illeciti amminsitrativi sono state ben 55. Sono i dati dei dieci giorni di intenso lavoro eseguito dagli ispettori della pesca della direzione Marittima livornese sulla filiera ittica nella giurisdizione regionale con l’operazione chiamata Gladius. Con questa attività i militari hanno mirato alla repressione degli illeciti in materia di pesca ed agroalimentare.
Nel dettaglio in provincia di Lucca i verbali compilati dalla capitaneria di porto di Viareggio sono stati 12 tutti per illeciti amministrativi. I militari viareggini hanno sequestrato oltre mezzo quintale di pesce nei locali di Viareggio e Montecatini che in sei casi è risultato non essere tracciabile. Le sanzioni emesse per la presenza di pesce scaduto nei locali ed esercizi commerciali della provincia di Lucca sono arrivate a un totale di 6mila euro. La guardia costiera di Viareggio ha anche scoperto e sequestrato in mare 70 nasse che venivano usate da due pescatori pseudo-sportivi, ai quali sono stati staccati verbali per complessivi 2mila euro.
Operazione ha visto impegnati oltre 150 militari tra terra e mare, coordinati dal secondo centro di controllo area pesca del corpo delle capitanerie di porto-Guardia Costiera, con sede nella città labronica. In totale, 340 controlli in mare e sulla catena commerciale, dai punti di sbarco, agli ingrossi, fino alla distribuzione e alla vendita al dettaglio, nonché presso i ristoranti. L’attività in mare, seppur limitata dalle cattive condizioni del tempo, ha permesso di scoprire illeciti che vanno dall’esercizio abusivo dell’attività senza licenza di pesca, alla mancata registrazione sui giornali di bordo del pescato, ai reati contro la sicurezza della navigazione, all’irregolare assunzione di personale marittimo a bordo dei pescherecci e alla pesca sportiva con attrezzi irregolari. Sulla filiera commerciale, la fetta più rilevante di violazioni. Prodotti non tracciati o scaduti, frodi commerciali, vendita di prodotti vietati e omesse informazioni ai consumatori nel commercio al dettaglio, le fattispecie più riscontrate dai militari durante le loro ispezioni.
Ecco i numeri dei sequestri e delle ammende comminate a ristoratori pescatori e grossisti provincia per provincia. A Livorno 2mila euro e tre punti sulla licenza di pesca, è la sanzione che siè visto assegnare il comandante di un peschereccio della marineria livornese per aver omesso la registrazione sul giornale elettronico di bordo dei prodotti catturati durante la battuta di pesca. A terra, 350 chili tra pesci e molluschi, sistemati in celle di stoccaggio, presso un noto grossista livornese, e presumibilmente pronti per la commercializzazione, sono state sottoposte a sequestro. Cernie, orate, polpi, calamari e vario genere di altri prodotti sono stati trovati privi di documenti che ne attestassero la provenienza, mentre altri sono risultati scaduti. 3mila euro, invece, si sono divisi due pescherie di Livorno, la prima per mancanza di indicazioni per i consumatori sulle etichette dei prodotti esposti al dettaglio, la seconda per aver tenuto prodotti in buste anonime e quindi non tracciabili. Alla stessa sanzione, questa volta per aver acquistato per la successiva somministrazione prodotti ittici derivanti dalla pesca sportiva, è stato sottoposto un ristoratore della costiera livornese. Mezzo quintale tra spigole, orate e pagelli il quantitativo sequestrato dalla Capitaneria di Livorno e dalla Guardia costiera di Cecina, città dalla quale è partita la merce. Nella stessa Cecina, i militari hanno pure scoperto una pesca abusiva di anguille cee. Ignoti, avvedutisi dell’arrivo della guardia costiera, sono riusciti a dileguarsi, lasciando circa un migliaio di esemplari sull’argine del lungo fiume del porticciolo. L’incubatoio provinciale di Pisa si è preso cura di immettere le anguille nel vivaio, al fine di conferirle, una volta cresciute, nelle acque interne regionali. Di nuovo a Livorno, in un ristorante etnico del centro, 20 chili di gamberetti sono stati rinvenuti in un congelatore privi di riferimenti sulla provenienza. All’Isola d’Elba, sono stati 4 i ristoratori denunciati dalla Capitaneria di porto di Portoferraio, per il reato di frode nell’esercizio del commercio. Porto Azzurro, Marciana Marina, Capoliveri e lo stesso Portoferraio sono le sedi dei ristoranti sotto inchiesta, i cui responsabili hanno proposto alla clientela prodotti congelati come freschi e pesce ghiaccio cinese per il pregiato bianchetto. Tutti, sono stati deferiti all’autorità giudiziaria di Livorno. Un altro ristorante, sempre a Portoferraio, invece, è stato sanzionato dai militari per 3mila euro, per la detenzione di prodotti scaduti. A Piombino, 4 operatori al dettaglio, tra cui due ambulanti sono stati sanzionati dalla Guardia costiera per non aver apposto sui banchi del pesce le previste etichette. In tutto 5mila euro le sanzioni inflitte.
A Firenze moscardini, calamari ed altri molluschi, oltre che tonno, spigole, pesce spada, tra congelato e fresco, per un totale di mezza tonnellata di merce non tracciabile, sono stati sigillati dagli uomini della capitaneria di Livorno, perché del tutto privi di documenti e scaduti. Sanzioni per 3500 euro, quelle applicate nell’occasione. Di particolare gravità è stato scoperto un illecito relativo alla violazione di sigilli operata da un grossista fiorentino che si è disfatto di prodotti ittici di cui era custode giudiziario ed al quale erano stati sequestrati tempo prima, in quanto non tracciabili. Soltanto 100 dei 250 sequestrati sono stati rinvenuti dai militari. Il grossista fiorentino è stato denunciato penalmente e del grave episodio è stata informata subito l’autorità giudiziaria del capoluogo.
A Massa Carrara i militari hanno sequestrato una tonnellata di merce ittica di varia natura, ma assai pregiata, come astici e granchi, oltre che spigole e gamberetti.
Degli oltre mille chili, 150 sono risultati scaduti. Più di 3mila euro la sanzione al commerciante all’ingrosso. 1500 euro ciascuno, sono stati inflitti a 5 ristoranti tra Massa, Carrara ed Aulla, per detenzione di prodotti non rintracciabili. Altri due ristoranti, a Fosdinovo e Massa, invece, sono stati trovati con prodotti scaduti ed i militari hanno proceduto alla redazione di due verbali da 3mila euro ciascuno.
A Grosseto e provincia, in mare, il comandante di un peschereccio di Civitavecchia è stato deferito all’autorità giudiziaria dalla Guardia Costiera di porto Santo Stefano per aver navigato con tutti i documenti di sicurezza scaduti. Sulla filiera del commercio, in un noto centro commerciale di Grosseto, sono state elevate due sanzioni da oltre mille euro per mancanza di etichette sui banchi di esposizione per la vendita al dettaglio di prodotti ittici. In un ristorante cinese, infine, i militari hanno scoperto che il titolare si era disfatto di oltre 50 chili di prodotti ittici, frutto di un precedente sequestro. Per la violazione il responsabile è stato denunciato alla Procura di Grosseto.