
Riorganizzazione completa delle politiche sociali per mettere a sistema le risorse e gli interventi del privato sociale e rilanciare il ruolo di regia strategica del Comune. E’ questo, in estrema sintesi, il contenuto della mozione di indirizzo sulla coesione sociale che verrà portata all’attenzione del Consiglio dal consigliere Gabriele Tomei, presidente della commissione sociale.
Regia unica su due canali
La prima scelta che la mozione propone è quella di organizzare le politiche sociali in due canali.
Sul primo, relativo ai più tradizionali interventi socio-assistenziali per i minori, le famiglie, gli anziani, nonché alle politiche socio-sanitarie per disabili, dipendenze e salute mentale, il Comune opererà attraverso la Società della Salute della quale si appresta a riprendere la Presidenza.
Sul secondo, relativo alle politiche su cui la Società della Salute non ha al momento competenza ovvero quelle di contrasto della povertà, della casa, del lavoro e dell’inclusione sociale delle persone in condizione di svantaggio (compresi i cittadini stranieri), opererà invece attraverso la costituzione di 4 tavoli tematici di co-progettazione insieme alle organizzazioni di terzo settore (associazioni e cooperative) che già oggi gestiscono progetti sul territorio.
Questa nuova struttura organizzativa consentirà di coordinare e mettere a sistema i numerosi progetti oggi in essere sul territorio e di attrarre i finanziamenti che stanno per essere messi a bando dalla Regione.
Nuova centralità per il segretariato sociale
Un’altra scelta impegnativa è quella di rilanciare l’azione di informazione, orientamento e accompagnamento della prima domanda delle persone svantaggiate realizzata dallo sportello di Segretariato Sociale (attualmente aperto una mattina a settimana presso il palazzo comunale).
La mozione propone infatti che il Segretariato venga trasformato in un punto unico di accesso alle informazioni relative non solamente ai servizi socio-assistenziali e socio-sanitari ma anche di sostegno all’integrazione lavorativa ed al contrasto del disagio abitativo delle persone in condizione di svantaggio, in collaborazione con l’ufficio casa, il Centro per l’Impiego della Provincia di Lucca, gli sportelli di ascolto sociale e le agenzie per l’housing sociale attualmente gestiti da alcune associazioni. Insomma, un punto unico per dare e raccogliere le informazioni su bisogni e servizi esistenti.
Liberare opportunità, attivare abilità
La mozione chiede poi di fare uno sforzo organizzativo per ribaltare, dove e quando possibile, i più tradizionali interventi di assistenza economica nei confronti delle persone in difficoltà, sviluppando percorsi di attivazione delle loro capacità personali ed opportunità reali di inserimento lavorativo e di produzione di reddito.
In questa direzione vanno le due misure di cui la mozione propone l’istituzione, ovvero l’allargamento delle possibilità di impiego per soggetti svantaggiati attraverso l’affidamento diretto a cooperative sociali di tipo B da parte del Comune o delle società partecipate di servizi di manutenzione ordinaria e pulizia e l’attivazione di progetti pilota di agricoltura sociale e orti urbani attraverso i quali sperimentare circuiti virtuosi di generazione di reddito.
Un nuovo regolamento per l’emergenza abitativa
La mozione invita l’amministrazione a ripensare le strategie di risposta all’emergenza abitativa e ad aggiornare di conseguenza il regolamento comunale che ne disciplina il funzionamento, in modo da garantire un più efficace coordinamento con le funzioni che la Legge regionale 41/2015 affida a Erp.
Questo significa recuperare il senso originario degli interventi di ‘emergenza’ per limitarli alle situazioni eccezionali di ospitalità temporanea, recuperare spazi per la creazione di servizi diversi di accoglienza di medio periodo (cohousing, albergo sociale), attivare collegamenti funzionali da un lato con il soggetto gestore degli interventi di Edilizia Residenziale Pubblica e, dall’altro, con agenzie del privato sociale specializzate nell’accompagnamento delle persone in difficoltà verso alloggi a fitto concordato.
Verso gli Stati Generali del Sociale
La mozione chiede infine all’Amministrazione di avviare quanto prima un percorso di riflessione sugli obiettivi e sulle strategie del proprio intervento sui temi della casa, lavoro, povertà, immigrazione. Questo percorso coinvolgerà le organizzazioni pubbliche e del privato sociale interessate e si concluderà con la redazione di un Piano Sociale di indirizzo per le scelte che la giunta ed il consiglio comunale saranno chiamati a fare fin dall’approvazione del bilancio preventivo 2016 e dalla redazione del relativo piano degli obiettivi del settore Sociale.
“In tempi di dissesto – commenta il consigliere Gabriele Tomei – alla crisi sociale si reagisce serrando le fila insieme con le organizzazioni del terzo settore, la Società della salute e il centro per l’impiego della Provincia per una nuova stagione di progettualità innovativa e orientata alla costruzione di una comunità coesa e resiliente. E tutto, al momento, a costo zero per l’amministrazione”.
“In questi anni di crisi economica e di dissesto – commenta l’assessore al welfare Sandra Mei – molti soggetti del privato sociale hanno operato in via sussidiaria o sostitutiva del ruolo tradizionalmente appannaggio del Comune nella realizzazione di servizi di contrasto della povertà e della marginalità grave: hanno gestito sportelli di ascolto, mense dei poveri, docce, punti di distribuzione di alimenti e di vestiario, servizi di asilo notturno”.
“Sforzi che adesso dobbiamo mettere a sistema – conclude l’assessore -. Ben vengano mozioni di questo tipo: progetti concreti per i quali saranno previsti interventi di supporto già sul prossimo bilancio 2016. Dopo anni di disattenzione, stiamo rammendando la rete: Viareggio ce la farà”.