A Seravezza la rassegna antologica dedicata a Paolo Ulian

18 aprile 2016 | 11:13
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A Seravezza la rassegna antologica dedicata a Paolo Ulian

Sarà inaugurata sabato 30 al Palazzo Mediceo di Seravezza la rassegna antologica dedicata al designer italiano di fama internazionale Paolo Ulian. La mostra, a cura di associazione culturale Imaginificat, dal titolo Paolo Ulian, la leggerezza delle intuizioni, nelle parole della curatrice Elisa Zannoni traccia lo sviluppo sperimentale del designer, portando in primo piano i progetti che lo hanno reso famoso, e che compongono il racconto personale di chi crede che il buon design debba essere senza tempo e far riflettere attraverso l’ironia.

“Paolo si vede come l’uomo-bambino che porta a spasso un palloncino che racchiude le sue idee”. Ulian, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Carrara ed all’Isia di Firenze, è considerato erede e ideale continuatore del fil rouge della creatività che parte da Castiglioni, Sottsass, Munari, Mari (di cui è stato assistente fino al 1992), e che ha rinnovato, con ironia, versatilità, sensibilità estetica ed anche etica l’insieme di oggetti che “popolano” il nostro quotidiano. Muovendosi con delicatezza e misura è capace di reinventare oggetti che fanno parte della memoria collettiva, portando a nuova vita materiali poveri e/o di scarto.
A proposito di lui Domitilla Dardi, curatrice del Maxxi di Roma, scrive nel testo inedito presente nella pubblicazione che accompagna la mostra: “Per diversi anni il design di Paolo Ulian è stato più riconosciuto all’estero che nel nostro paese e questa è già di per sé un’anomalia. Unico italiano presente nel collettivo olandese Droog Design, le principali riviste internazionali gli hanno dedicato copertine e articoli importanti, confermando il trito adagio del nemo propheta in patria. Si è avvicinato a campi tra i più disparati del progetto, toccando materie prime considerate anticonvenzionali come il cibo, quando ancora non si parlava di Food Design. I suoi progetti sono sempre stati messaggi in bottiglia che mandano segnali a chi è in grado di scoprirli. Il suo lessico non è urlato e violento, ma riflessivo. Eppure Paolo ha continuato a vivere nei suoi territori senza mai decidere di separarsene alla ricerca di nuova accoglienza”.
Nella sua presentazione Dardi pone l’accento anche sulla ricerca e la sperimentazione nel recupero dei materiali che Ulian conduce con un suo peculiare metodo fatto di intuizioni e riflessioni riguardo al contesto sociale, etico e ambientale: “Paolo diventa un maestro nel progettare attraverso lo scarto, utilizzando il negativo generato da un positivo. Il lavorare per via di levare di michelangiolesca memoria produce infatti non solo un positivo – la scultura – ma anche un materiale di risulta, che di solito non si considera. Ma per il designer quel materiale è oro puro. Egli riscopre allora una radice molto profonda e autoctona; l’incontro col marmo attiva una memoria che, con una maturità affatto diversa, lo fa avvicinare a una lezione squisitamente italiana”. La mostra resterà aperta fino al 29 maggio, dal giovedì alla domenica dalle 16 alle 20, ingresso libero.