
Appuntamento con il cinema dedicato alla festa della Liberazione. Nelle serate del 24 e 25 aprile alle Scuderie Granducali di Seravezza sarà proposto un programma speciale: due film che sono un esercizio di memoria sulla Resistenza e sulla rappresentazione della Resistenza in Italia.
Il primo Rino la mia ascia di guerra (proiezione alle 20) è un documentario intimo e forte: protagonisti Rino, un ex partigiano, e Andrea, il regista. Nel film trovano spazio la lotta partigiana raccontata dalla voce dell’ex combattente della Resistenza bergamasca; il suo rapporto con Andrea, che per anni l’ha vissuto come un “nonno” e ha poi cominciato a raccogliere le sue testimonianze; la maturità di Andrea e il suo desiderio di raccontare le ribellioni con i film, proprio a partire dall’esperienza di Rino; il desiderio, come regista, di cercare l’uomo oltre l’eroe”, anche e soprattutto nei filmati privati che Rino ha accumulato negli anni. È così che la storia di Rino, ribelle della lotta partigiana ma anche amante della natura e dei cavalli, compagno affiatato di Lina e accumulatore di filmini amatoriali, diventa un’ascia di guerra da disseppellire per Andrea, che si richiama al lavoro del collettivo di scrittori Wu Ming secondo cui, appunto, “le storie non sono che asce di guerra da disseppellire”.
A seguire (dunque dopo un breve intervallo alle 21,15) sarà la volta de Il nemico – Un breviario partigiano di Federico Spinetti. Al centro della narrazione c’è Massimo Zamboni, storico chitarrista e fondatore di Cccp e Csi insieme a Giovanni Lindo Ferretti, intorno a lui ci sono la sua storia musicale, quella della sua famiglia, quella della sua terra. E poi c’è la Resistenza partigiana: le sue rappresentazioni, la memoria, i valori.
“Attraverso la storia privata e famigliare di Massimo abbiamo cercato di stanare alcuni temi scomodi legati alla Resistenza – spiega il regista Federico Spinetti – un lavoro che lui aveva già intrapreso e che l’ha portato anche a scrivere un libro, L’eco di uno sparo (…)
Il film pone degli interrogativi e cerca di guardare in faccia il passato senza paura. Parlando della violenza partigiana, ad esempio, e facendolo senza retorica. O ragionando sulla distanza tra appartenenza famigliare e appartenenza politica: Massimo, antifascista, ha fatto i conti con le scelte di suo nonno, per anni lasciate in disparte dal resto della famiglia”.
“Ognuno di noi deve fare i conti con la propria storia, sapere da dove viene – dice Massimo Zamboni – a me è capitato di scoprire quello che non sapevo e avevo intuito. La storia e la vita hanno stabilito ragioni e torto che è giusto accettare e fare nostre. Ma credo sia fondamentale intendere le ragioni di tutti, senza paura, intendere ogni appartenenza, chiederci se saremmo stati capaci di fare diversamente. Ho finito per pensare che a volte è stata probabilmente la casualità a dettare la scelta di stare da una parte piuttosto che dall’altra”.
Massimo Zamboni, chitarrista e cofondatore dei Csi, a quindici anni dallo scioglimento della storica band post-punk, ha riunito i membri del gruppo intorno ad un nuovo progetto sul tema della Resistenza partigiana. Non una reunion, forse un nuovo inizio.
Un film musicale sulla Resistenza e le sue rappresentazioni.
Biglietto unico valido per entrambi i film 5,50 euro.