Balneari, ok a legge regionale: tutele sulle concessioni

Con venti voti favorevoli, tredici contrari ed un’astensione, il Consiglio regionale ha approvato le disposizioni urgenti sulle concessioni demaniali marittime. “La norma vuole fornire alcuni elementi di ragionevole riferimento al sistema delle imprese balneari toscane rispetto all’incertezza nel quadro legislativo che si è determinato con l’impugnativa da parte dell’avvocatura europea della legge di proroga delle concessioni fino al 2020 per effetto della direttiva Bolkestein”, ha precisato il presidente della commissione Sviluppo economico Gianni Anselmi.
Il presidente ha sottolineato che tre sono i capisaldi intorno ai quali ruotano le disposizioni urgenti: la tutela della concorrenza e libertà di stabilimento, la qualificazione ambientale e paesaggistica della costa, richiamando anche gli strumenti urbanistici comunali, la tutela degli investimenti. L’”architrave” è invece costituito dalla conduzione diretta delle imprese, a cui sarà possibile derogare solo per attività secondarie e nel caso di un impedimento strutturale comprovato. La procedura comparativa prevede delle forme di tutela per chi ha già le concessioni, con il diritto ad un indennizzo pari al 90 per cento del valore dell’azienda, così come risulterà da una perizia giurata fatta da un professionista nominato dal Comune e pagato dal concessionario originario, in caso di assegnazione ad un soggetto diverso. La normativa non si applica nell’ambito dei porti e approdi turistici di competenza dell’Autorità portuale regionale. “Ci siamo spinti fino dove era possibile per tutelare il sistema delle imprese balneari toscane, così come si è sviluppato nei decenni – ha concluso il presidente – Un sistema profondamente legato al profilo territoriale, caratterizzato da una conduzione prevalentemente familiare, che caratterizza l’offerta turistica della nostra regione”. Secondo il Portavoce dell’opposizione, Claudio Borghi, è necessario sgombrare il campo dalla pregiudiziale implicita secondo la quale “non possiamo far altro perché ce lo chiede l’Europa”. A suo parere quelle che facciamo è di esclusiva responsabilità nostra, perché le nostre spiagge sono un problema italiano, ed inoltre non cè ancora una sentenza. La scelta fatta dalla maggioranza, secondo Marco Stella, non tutela affatto il tessuto economico, fatta da 918 imprese ed oltre 2600 addetti. Per questo ha presentato un ordine del giorno collegato, firmato anche da Stefano Mugnai, nel quale si impegna la Giunta ad intervenire presso il Governo affinché ”vengano rinnovate ai balneari italiani per 75 anni le concessioni esistenti, come già hanno stabilito le norme approvate in Spagna e Portogallo, dando ai gestori uscenti il diritto di prelazione”. Un ordine del giorno che l’aula ha respinto con 25 voti contrari rispetto ai 5 favorevoli.
Un giudizio condiviso, quello di Stella e Mugnai, anche da Roberto Salvini, che ha invitato a difendere un settore strategico, perché “i balneari sono come i monumenti”.
Secondo Leonardo Marras la legge viene fatta non “perché lo chiede l’Europa”, ma perché lo chiedono 240 imprese toscane, che hanno fatto ai sindaci la richiesta di rinnovo della concessione. Ma soprattutto perché viene ancorata ad una norma la salvaguardia del valore aziendale. A suo parere non viene offerta “la soluzione”, ma “un’ancora di salvataggio per un numero significativo di imprese toscane”.
Manuel Vescovi ha dichiarato il suo voto contrario, sottolineando che avrebbe preferito una “posizione più forte”. Voto contrario anche quello annunciato da Irene Galletti, secondo la quale manca una visione d’insieme. Anche la tutela del 90% del valore aziendale, a suo parere, va contro le previsioni del Codice della Navigazione, che esclude qualunque forma di indennizzo nel caso di concessioni non rinnovate. Tommaso Fattori ha infine rilevato che le norme introdotte sono migliorative e si oppongono alla direttiva Bolkstein “ultraliberista”, in particolare la gestione diretta.