Wim Wenders al centro del terzo incontro su cinema e arti visive al Gamc

6 maggio 2016 | 10:48
Share0
Wim Wenders al centro del terzo incontro su cinema e arti visive al Gamc

Sabato (7 maggio) alle 17 il Gamc di Viareggio ospita il terzo incontro del ciclo dedicato al cinema e alle sue relazioni con le altre arti visive.
Cinema e arti visive, stringono forti relazioni come dimostra anche la mostra dedicata a Mario Monicelli con opere di Chiara Rapaccini e Andrea Vierucci ospitata nello stesso palazzo delle Muse sede della Gamc fino al 16 maggio.
Relazioni che vengono messe in evidenza dal ciclo di incontri e proiezioni curati da Alessandro Romanini, promossi – come la mostra – dal Lucca Film Festival – Europa Cinema con Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta, Comune di Viareggio e Gamc.

Il regista tedesco Wim Wenders, attraverso una lunga intervista e una serie di immagini di repertorio, dai set, sequenze dei film eccetera ci guiderà in un percorso poetico e di omaggio al cinema, attraverso la sua lunga e trionfale carriera. La sua voce – e quella di alcuni dei suoi principali collaboratori – descrivono il viaggio di uno sguardo tra i più cosmopoliti e poetici del cinema contemporaneo, la sua attitudine alla sperimentazione, a partire dai primi film di formazione, come Estate in Città del 1970, quando insieme a Fassbinder e Schlondorff rivoluzionavano il cinema tedesco – fino al recente Ritorno alla Vita del 2015.
Letteratura – con il suo amico di una vita Peter Handke -, maestri del cinema classico (Nicholas Ray in primis, a cui ha dedicato lo struggente Nick’s Movie nel 1980), la musica, inseparabile passione che e vera e propria protagonista di molti film (dai tre Lp americani del 1969 passando per Fino alla Fine del Mondo del 1991, Buena Vista Social Club 1999 alle sue collaborazioni con band come gli U2).
Nel percorso Wenders si sofferma anche sulle sue altre passioni come il cinema documentario (come i recenti e pluripremiati Pina del 2011 dedicato alla ballerina e coreografa Pina Bausch e Il Sale della Terra del 2014 sull’opera del fotografo Sebastião Salgado) e la fotografia che nel corso dei decenni è passata da strumento di registrazione di emozioni e location a vero e proprio strumento espressivo.
L’incrocio delle varie tecniche espressive sono la cifra di riconoscimento dell’artista Gianfranco Baruchello (Livorno 1924), dal teatro alla scrittura, dalla calligrafia agli interventi paesaggistici, dalla pittura al cinema, fotografia e video vengono combinate senza soluzione di continuità nella sua opera.
Alla Gamc viene presentato uno dei suoi primi film sperimentali Norme per L’Olocausto del 1968 (che era stato preceduto da Molla del 1960 e dal celebre Verifica Incerta realizzato con Alberto Grifi nel 1968) attraverso la formula targata Sky Arte, produttrice della serie I’Am Art, che vede un attore dell’ultima generazione italiana introdurre l’opera di un videoartista.
In questo caso è Regina Orioli a introdurre (la Lisa di Ovosodo e l’Arianna di L’Ultimo Bacio) il video del concittadino Baruchello mentre la trilogia video, An Embroided Trilogy (1997-1999), di Francesco Vezzoli è introdotta da Vinicio Marchioni (Il Freddo del Romanzo Criminale televisivo).
Un gioco dialettico fra kitsch e riflessione sul cinema e sulle arti visive, condotto da Vezzoli coinvolgendo registi (a cui è affidata la direzione dei vari episodi), attrici e cantanti, da John Maybury a Carlo di Palma e Lina Wertmuller, Iva Zanicchi, Valentina Cortese e Franca Valeri.
I vari episodi della trilogia (Ok the Praz is Right, Il Sogno di Venere e The End) sono tenuti insieme dalla presenza dell’artista stesso, che ricama opere connesse a vario titolo al cinema.