Frazionamento del Polo Nautico, Fiom presenta opposizione

La Fiom Cgil della provincia di Luca presenta formale opposizione al frazionamento di Polo Nautico in un atto all’autorità portuale di Viareggio. A firmare il documento il rappresentante del sindacato Mauro Rossi. Sono diverse le motivazioni dell’opposizione.
“A distanza di un anno dalla delibera dell’Autorità portuale che negava l’ipotesi frazionamento (richiesto dai soci della Polo Nautico), con la motivazione che tale richiesta non garantiva il più proficuo interesse pubblico che veniva individuato nel ‘mantenere la sua unitarietà (dell’area) per evitare potenziali conflitti con le previsioni generali di gestione nell’ambito portuale’ (lo sviluppo del porto); non si comprende perché pur non essendosi modificata nessuna delle condizioni di fondo si sia voluto procedere in senso opposto”, spiega anzitutto Rossi.
Nel mirino del sindacato anche il “mancato rispetto dell’accordo per lo sviluppo dell’area ex Sec”sottoscritto da Comune di Viareggio, organizzazioni sindacali e Polo Nautico Viareggio il 22 maggio 2006 e dell’accordo quadro per il trasferimento del personale sottoscritto dalla Polo Nautico Scpa e dalle imprese socie ed assegnatarie di aree il 25 maggio 2006 e Fiom Cgil. In base a tali accordi – spiega Fiom – la società Cnv/Overmarine era impegnata a trasferire nella propria impresa 14 dipendenti dei cantieri ex Sec. Tale trasferimento non ha mai avuto luogo per responsabilità aziendale. Siamo in presenza – aggiunge Rossi – di un’ipotesi di sviluppo industriale prodotta da Cnv, per un singolo lotto della concessione, ma non di un piano industriale complessivo presentato dalla Polo Nautico, non si comprende quindi come si possano garantire gli obiettivi per i quali è stata affidata l’intera concessione; obiettivi di sviluppo e garanzia occupazionale. Nel piano industriale di Cnv viene dichiarato un investimento complessivo di 1.500.000 euro, di questi ben 1.200.000 per la costruzione di una palazzina che non è, tra l’altro, prevista nel piano regolatore dell’area in concessione. Ci chiediamo se, su tali presupposti si possa prevedere un incremento produttivo industriale”.