
“Il nostro parere sul piano industriale di Asp anche alla luce dell’incontro in Comune è fortemente critico, ci preoccupa la tenuta stessa di Asp nonostante le frasi tranquillizzanti del direttore e dell’assessore Alberici”. Massimiliano Bindocci di Filcams Cgil torna di nuovo sul tema della trasformazione della società partecipata del Comune di Viareggio e annuncia a breve un’assemblea con il personale insieme alle altre categorie presenti in azienda, a cui sarà invitato anche Franciosi che ha dato la propria disponibilità.
“La lettura del piano industriale – osserva Bindocci – non convince come non capiamo il ruolo ed il costo di Anci, e non vorremmo che a pagare un tracollo di Asp fosse oggi il personale della Patrimonio e domani il personale delle Farmacie magari con una privatizzazione o con ulteriori rinunce, o peggio la cittadinanza con revisione delle tariffe delle mensa. Asp ha poi già molti problemi si pensi che ci sono addette nelle mense con contratti sotto il minimo ammesso dal contratto collettivo nazionale, sotto le 15 ore, pretendiamo che questo venga risolto come primo segnale di un piano una effettiva prospettiva serena di Asp. Ma cose simili – osserva il sindacalista – si potrebbero dire per il personale delle scuole eccetera. Dal piano industriale volevamo anche queste risposte. Invece ci sembra basato su previsioni ottimistiche e sacrifici del personale, sia interno che proveniente dalla Patrimonio, espressamente richiamati con quell’appello imbarazzante all’umiltà che in un piano industriale si commenta da sé”.
“Tra l’altro – prosegue Bindocci – per quanto riguarda l’accordo comprendo il buon lavoro ed il risultato di mantenere i livelli occupazionali, la assemblea dei lavoratori deciderà in autonomia se accettare o meno le condizioni che riguardano l’accordo, ma su alcune condizioni l’accordo è sbagliato. Le condizioni contrattuali di ingresso (inquadramento e altro) relative al contratto del commercio devono essere infatti trattate con le organizzazioni firmatarie cioè Filcams, Fisascat e Uiltucs. Si tratta probabilmente di una cosa non valutata attentamente, tra l’altro l’inquadramento per legge dipende dalle mansioni e non può essere deciso in un piano industriale. Come Filcams rischiamo di trovarci a gestire una situazione deregolamentata senza nemmeno averla discussa, tra l’altro siamo convinti che fermo restando l’obiettivo si poteva farei che diversamente. Il ricatto occupazionale indurrà forse i lavoratori a firmare le conciliazioni individuali pur di salvare il posto di lavoro, ma il ruolo della buona politica dovrebbe essere proprio quello di non far trovare i dipendenti in posizione tale da essere ricattati”.