Cave, ok al protocollo per maggiori controlli

5 luglio 2016 | 16:44
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Cave, ok al protocollo per maggiori controlli

Prima il piano che porterà a quadruplicare in due anni le ispezioni sulla sicurezza sul lavoro in cava e nelle aziende lapidee – ma anche corsi di formazione e linee guida a disposizione degli imprenditori, per aiutarli ad elaborare i loro piani aziendali – poi i controlli (destinati anch’essi a crescere) sull’impatto ambientale dell’estrazione e lavorazione del marmo, sul paesaggio e sulle concessioni amministrative.

Il presidente della Toscana Enrico Rossi mette le mani avanti e sgombra subito il campo da possibili equivoci e polemiche. “Io sono per lo sviluppo dell’attività di estrazione del marmo a Massa Carrara, un settore che molto può ancora dare – dice – Voglio che questa attività continui e continui bene: ma questo può avvenire solo rispettando ambiente, paesaggio e sicurezza dei lavoratori. Dobbiamo trovare un miglior equilibrio tra impatto, costi e ricchezza prodotta: in modo graduale, certo, e con il coinvolgimento di imprenditori e forzi sociali. Ma da questo non si può prescindere”.
Il presidente Rossi lo sottolinea durante la firma del protocollo siglato oggi (5 luglio) con le procure di Lucca e Massa e le procure generali di Firenze e Genova, corollario di quel piano straordinario biennale sulla sicurezza sul lavoro in cava e in azienda approvato dalla giunta regionale il mese scorso. Una svolta, come ripetono più volte procuratori e presidenti: una svolta nel metodo e nel merito, perché un incidente ogni due giorni, solo tra quelli registrati, e undici morti dal 2006 in 170 cave e seicento aziende nel distretto apuo-versiliese sono davvero troppi.
La Regione, attraverso la Asl, assumerà venticinque nuovi tecnici del lavoro e otto geologici e ingegneri, operativi dai prossimi mesi. Per questo ha stanziato due milioni in due anni. Un altro mezzo milione di euro servirà all’acquisto di diciassette fuoristrada indispensabili per l’accesso in cava, tre automezzi, computer e macchine fotografiche. Sei i controlli in cava nel 2015 sono stati 215 con cento valutazioni sulla stabilità dei versanti, nel prossimi due anni si stima che saranno complessivamente 2280, quattro volte di più, e novecento quelli in azienda, con ogni impresa che sarà controllata almeno una volta in un anno e mezzo.
Ma se le ispezioni aumenteranno, è logico aspettarsi che anche il lavoro di procure e tribunali crescerà. Così è stato due anni fa a Prato, dopo i controlli nelle aziende cinesi. Da qui il protocollo con le Procure. Laa giunta ha deciso infatti di mettere a disposizione delle stesse (a proprie spese) personale amministrativo del sistema sanitario e giovani del servizio civile. I numeri nel protocollo non ci sono: dipenderà dalle esigenze, che saranno valutate dalle procure al momento opportuno. L’impegno intanto è sottoscritto, con la costituzione anche di un tavolo di monitoraggio, per verificare periodicamente le azioni di prevenzione e contrasto messe in atto.
Nel dettaglio. Il piano straordinario per la sicurezza in cava e nelle aziende del lapideo sarà il primo passo. Poi arriveranno i maggiori controlli dell’Arpat, l’aziende regionale per la protezione ambientale, e una riorganizzazione delle funzioni amministrative di cui la Regione, dopo la riforma delle Province. si è riappropriata.
“Abbiamo in testa un disegno complessivo e il prossimo passo sarà un progetto di vigilanza ambientale omologo a quello sulla sicurezza sul lavoro” spiega il presidente della Toscana Enrico Rossi ai giornalisti presenti per la firma del protocollo con le Procure, che c’è stata oggi a Massa. Fa l’esempio della marmettola, la polvere che resta dopo il taglio del marmo e che finisce nei torrenti colorandoli spesso di bianco. “Non deve finire nei fiumi ma essere smaltita correttamente” chiarisce. “Nessun attività vessatoria sia chiaro – ribatte ad alcune domande – e con la gradualità necessaria: semmai invece l’impegno congiunto per una crescita anche qualitativa del settore”. “Per questo però – annota – occorre che i controlli siano continuativi nel tempo”. Rossi ricorda anche il piano del paesaggio regionale, uno strumento che applica la legge Galasso per la tutela delle creste, e gli effetti a valle di quello delle attività condotte in montagna.
Il commento di Baccelli e Giovannetti (Pd) “Quello siglato oggi rappresenta uno strumento importante per prevenire e evitare incidenti, purtroppo drammaticamente frequenti nel settore lapideo; consentirà di mettere in campo più controlli nelle cave e nelle aziende, com’è giusto e doveroso che sia, dal momento che solo avendo ben presente la situazione di chi lavora in questo comparto si può agire per migliorarne le condizioni”. Con queste parole Stefano Baccelli e Ilaria Giovannetti, consiglieri regionali Pd, commentano positivamente la firma del protocollo d’intesa per la sicurezza nelle cave avvenuta oggi a Massa, presente anche la procura di Lucca. “Sappiamo bene quanto sia necessario agire con forza e decisione sul tema della sicurezza del lavoro; aumentare i controlli nelle cave e nelle aziende è sicuramente una misura concreta che va in questa direzione – proseguono – La Regione Toscana, negli ultimi anni, ha accresciuto la sua azione nell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro, con la firma di oggi l’impegno procede e siamo convinti che la strada intrapresa sia quella giusta da percorrere. Troppe volte abbiamo dovuto esprimere dolore e cordoglio per le vittime del lavoro in cava: una situazione non più tollerabile e che andava affrontata in questo modo, con decisione e consapevolezza”.